L’aguzzino dei profughi riconosciuto dalle vittime a Milano: 22enne somalo accusato di omicidi e stupri
"In 40 anni di carriera non ho mai visto un orrore simile". A pronunciare questa frase il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini, una che in carriera ha combattuto mafiosi e malviventi di ogni sorta. Eppure il magistrato non aveva mai incontrato sulla sua strada una persona come il 22enne somalo Osman Matammud, considerato il presunto aguzzino del campo di raccolta migranti di Bani Walid in Libia. Un campo che, stando alle accuse contestate a Matammud, più che un centro di raccolta migranti ricorda tristemente un campo di concentramento nazista: all'interno si sarebbero compiuti omicidi, stupri, sequestri, estorsioni e torture.
Boccassini: "Mai visto un orrore simile"
Matammud risulta in stato di fermo dallo scorso 26 settembre, quando alcune delle sue vittime, due minorenni, lo hanno riconosciuto mentre si aggirava nel centro profughi di via Sammartini a Milano, nei pressi della stazione Centrale. Ma solo adesso si sta chiarendo il quadro delle atrocità delle quali è accusato: talmente gravi che, come riporta il "Corriere della sera", la Boccassini ha deciso di diffondere la foto di Matammud per consentire ad altri somali arrivati in Italia o all'estero di riconoscerlo e fornire eventuali ulteriori testimonianze da utilizzare nel processo al suo carico.
Il 22enne è accusato di quattro omicidi e una decina di stupri
Oltre alle accuse per quattro omicidi commessi nel campo, per il sequestro a scopo di estorsione di centinaia di somali e per le violenze sessuali su decine di donne, per le quali il giudice per le indagini preliminari Anna Magelli ha emesso un'ordinanza nei confronti di Matammud, il 22enne è accusato anche di essere uno degli scafisti che, dietro il pagamento di 7.500 euro, ha trasportato migliaia di migranti somali dalla Libia alle coste italiane. Proprio pcon l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina ‘uomo era stato arrestato lo scorso 26 settembre dalla polizia locale, che lo aveva sottratto alla furia delle sue vittime: una volta riconosciuto il loro aguzzino volevano linciarlo.
Adesso alcune sue accusatrici potranno formalizzare la loro testimonianza nel corso di un incidente probatorio in programma il prossimo 20 gennaio. Servirà a raccogliere prove da utilizzare nell'eventuale processo a carico del 22enne, per il quale i pubblici ministeri hanno chiesto l’autorizzazione a procedere al ministero della Giustizia per i reati commessi all’estero.