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Investe con lo scooter un uomo: indagata per omicidio stradale la figlia di Ilda Boccassini

Alice Nobili, 35enne figlia dei magistrati milanesi Alberto Nobili e Ilda Boccassini, è indagata dalla procura milanese per omicidio stradale. Il 3 ottobre in viale Montenero ha investito un medico milanese, il 61enne Luca Voltolin, che morì dopo alcuni giorni per le conseguenze dell’incidente. Polemiche sul comportamento del comandante della polizia locale Marco Ciacci che sarebbe intervenuto sul luogo dell’incidente prima dell’arrivo delle pattuglie dei vigili.
A cura di Francesco Loiacono
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Il magistrato milanese Ilda Boccassini, al centro (LaPresse)
Il magistrato milanese Ilda Boccassini, al centro (LaPresse)

La figlia dei magistrati milanesi Ilda Boccassini e Alberto Nobili è indagata per omicidio stradale. A riportare la notizia, poi confermata anche da altri giornali, è stato il quotidiano "Libero". L'episodio in questione risale al 3 ottobre: Alice Nobili, 35enne, investì col suo scooter un pedone che stava attraversando sulle strisce pedonali in viale Montenero, zona Porta Romana. L'uomo, il medico infettivologo di 61 anni Luca Voltolin, cadendo aveva battuto con violenza la testa a terra. Venne portato al pronto soccorso in codice giallo, ma le sue condizioni peggiorarono e nel giro di pochi giorni lo portarono alla morte. La procura di Milano ha disposto l'autopsia e i funerali dell'uomo si sono svolti lo scorso 17 ottobre.

Polemiche sul comandante dei vigili urbani di Milano

Al di là della notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati della figlia degli ex procuratori aggiunti Nobili e Boccassini, sulla vicenda è scoppiata una polemica alimentata dal "Comitato verità e giustizia per Antonio Barbato", ex comandante dei vigili urbani milanesi. Sulla pagina Facebook del Comitato si legge che il 3 ottobre sul luogo dell'incidente, prima delle pattuglie della polizia locale, intervenne l'attuale comandante dei "ghisa" Marco Ciacci, che in passato aveva collaborato per molti anni proprio con la Boccassini: "Non si dovrebbe mai intervenire in casi del genere in presenza di conoscenti o amici", si legge in un post apparso sulla pagina del Comitato che richiama l'articolo 7 del Codice di comportamento dei dipendenti pubblici: "Se le cose sono andate come descritte, riteniamo che il comandante Ciacci debba dimettersi immediatamente o che a ‘dimetterlo' sia il ministro degli Interni, visto che Marco Ciacci è tutt'ora dipendente della Polizia di Stato. Chiediamo anche – conclude la nota – che su questa vicenda intervengano il Consiglio comunale e tutti gli organi proposti a valutare, in ogni sede, i comportamenti tenuti dal comandante Marco Ciacci".

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