Inter – Napoli, l’interrogatorio del capo ultras Piovella: “Daniele forse investito da due auto”
È stato ascoltato per oltre tre ore all'interno di Palazzo di Giustizia Marco Piovella, 34 anni, uno dei leader della curva dell'Inter e storico membro del gruppo dei Boys, in carcere per gli incidenti avvenuti prima di Inter Napoli in cui ha perso la vita Daniele Belardinelli lo scorso 26 dicembre. Piovella, indicato da uno dei tre arrestati in flagranza di reato come uno degli organizzatori del raid contro i tifosi del Napoli, non ha negato il suo ruolo all'interno della curva, in cui come è noto è il responsabile delle coreografie, né di essere presente al momento degli incidenti, ma non ha risposto alle domande del gip Guido Salvini sulla dinamica e sull'organizzazione degli scontri. "Alla fine si è avvalso della facoltà di non rispondere in merito all'aggressione. Semplicemente ha chiarito la dinamica dell'incidente, dell'investimento del povero Daniele", ha spiegato l'avvocato al termine dell'interrogatorio, quando ha informato la stampa di aver presentato istanza di scarcerazione per il suo assistito
Difeso dal Mirko Perlino, storico avvocato della nord interista, deve rispondere dei reati di rissa aggravata, lesioni e lancio di materiale pericoloso. Durante l'interrogatorio di garanzia ha però aggiunto nuovi elementi sulla morte di Belardinelli, l'ultras di estrema destra del Varese da cui era legato da un rapporto di amicizia, oltre che dalla comune militanza da tifosi fuori e dentro gli spalti: proprio il giorno prima i due si erano visti per passere insieme il pomeriggio del giorno di Natale. Il 34enne ha spiegato di aver visto una persona venire investita all'inizio degli incidenti, ma di essersi reso conto che si trattava di "Dede" solo quando lo ha soccorso trasportandolo a bordo di un'auto verso l'ospedale. Belardinelli lo avrebbe anche tentato di tranquillizzare dicendogli: "Sto bene".
Piovella ha poi raccontato che Belardinelli sarebbe stato investito non da una, ma due vetture. Una versione dei fatti che finora non ha trovato riscontri nelle indagini. L'ultras ha poi confermato il racconto di aver visto un'auto scura schiacciare il suo "amico Daniele", passando sopra il corpo a "bassissima velocità" con "le due ruote della parte destra del mezzo" quando lui si trovava già a terra, forse perché già travolto da un'auto. Continuano intanto a tutto campo le indagini per accertare l'identità dei partecipanti agli incidenti di via Novara – identificazioni e convocazioni in questura stanno fioccando a decine anche in queste ore in tutto l'ambiente ultras – e per rintracciare l'auto (o le auto) che hanno investito Belardinelli.