Presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta: chiuso il ristorante di lusso panoramico Unico Milano

Dall'interno si gode di una vista senza pari dello skyline milanese: si spazia dall'ex Tiro a segno nazionale di piazzale Accursio, dove sorgerà la nuova sede del Consolato Usa, allo stadio di San Siro. Passando per i grattacieli storici di Milano – la Torre Velasca, il Pirellone – e per quelli nuovi: Citylife e Porta Nuova, senza tralasciare naturalmente la Madonnina del Duomo. Un panorama unico che però nessuno si potrà godere, almeno per i prossimi giorni: la prefettura ha infatti comunicato al Comune la revoca della licenza per il ristorante "Unico Milano", che si trova al ventesimo e ultimo piano della torre Wjc, in via Achille Papa 30, zona Portello. Il motivo sono presunte infiltrazioni delle cosche calabresi all'interno della società che gestisce il lussuoso ristorante.
A dare la notizia del provvedimento, che rischia di rappresentare la prima scossa di terremoto all'interno dell'ambiente della ristorazione d'alta gamma nel capoluogo lombardo, è stato il "Corriere della sera". Il "ramo secco" all'interno della società ha un nome e un cognome: anche se il provvedimento della prefettura è indirizzato all’attuale amministratore della "Unico Milano", l'attenzione della Direzione investigativa antimafia di Milano è tutta per il socio di maggioranza della società (col 55 per cento delle quote), Massimiliano Ficarra, detto Giovanni. Si tratta di un commercialista di 49 anni originario di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, che secondo gli investigatori sarebbe vicino alla cosca ‘ndranghetista dei Piromalli-Molé. Secondo quanto riporta il Corriere, Ficarra è stato coinvolto recentemente in un'indagine della procura di Como per frodi fiscali e societarie, che ha portato a un sequestro preventivo di alcuni suoi beni. Ma sono i risvolti di una precedente inchiesta, "Arcobaleno", ad aver portato alla revoca della licenza per il ristorante Unico Milano: nelle informative dei carabinieri di Como il 49enne veniva dipinto come "un ragioniere affidabile e ubiquo, al servizio di varie famiglie criminali di accreditata appartenenza ‘ndranghetista". Da qui la revoca della licenza e la chiusura del ristorante, che grazie alla sua impareggiabile vista e a una cucina di alto livello attirava tra la sua clientela anche molti vip, come si può vedere sulla pagina Facebook del locale: calciatori come Lorenzo De Silvestri e Gabigol, la soubrette Aida Yespica e il rapper Jake La Furia e J-Ax, la giornalista Diletta Leotta e tanti altri. Più che ai clienti, privati di una location unica per i propri pranzi e cene, resta adesso da capire cosa succederà alle persone che prestavano servizio all'interno del locale, che senza alcuna colpa si ritrovano improvvisamente senza lavoro.