Inchieste sulle Rsa a Milano, 22 le strutture coinvolte: perquisizioni all’Istituto Don Gnocchi
Si allarga l'inchiesta della procura di Milano sulle Rsa, le residenze sanitarie assistenziali per anziani al cui interno si sono verificati numerosi casi di contagio da Coronavirus e un elevato numero di decessi. Sono 22 in totale, secondo quanto riporta Giuseppe Guastella sul "Corriere della sera", le strutture coinvolte dalle indagini. Le ipotesi di reato vanno dall'epidemia colposa e dall’omicidio colposo alle violazioni delle norme contro gli infortuni sul lavoro: sono considerati tali infatti i casi di operatori delle strutture che sono rimasti contagiati e si sono ammalati all'interno delle Rsa in cui lavoravano, in molti casi, stando alle accuse dei lavoratori, a causa della mancanza di mascherine e altri dispositivi di protezione individuali. La carenza di tali dispositivi, d'altronde, è la principale difficoltà riscontrata da tutte le Rsa lombarde, come aveva chiarito un report dell'Iss che ha fissato in 1625 le vittime all'interno delle Rsa della regione per cause riconducibili al coronavirus.
Perquisizioni della finanza all'istituto Don Gnocchi
La struttura più nota finita sotto i riflettori della magistratura è il Pio Albergo Trivulzio, storico ente assistenziale di Milano dove secondo un comitato di parenti che chiede giustizia, da marzo si sono verificati 200 decessi su circa mille ospiti. Il direttore generale Giuseppe Calicchio e lo stesso Pat (per responsabilità amministrativa degli enti) sono indagati per epidemia colposa e omicidio colposo. Un'altra nota struttura milanese finita al centro delle indagini è l'Istituto Palazzolo Fondazione Don Carlo Gnocchi, dove questa mattina i militari della guardia di finanza hanno effettuato delle perquisizioni. Ieri i 18 lavoratori che avevano denunciato l’istituto, facendo partire le indagini, sono stati sospesi dal servizio e hanno ricevuto una contestazione disciplinare dalla cooperativa Ampast per aver danneggiato "l’immagine dell’azienda e della committenza". "È una palese ritorsione", ha riferito il loro avvocato a Fanpage.it. Proprio il presidente della cooperativa di cui fanno parte i lavoratori della struttura è uno degli indagati, assieme al direttore generale, al direttore sanitario e al direttore dei servizi medici e socio-sanitari della struttura, che fin dall'inizio ha sempre respinto le accuse e ha depositato una memoria difensiva per sostenerne l'infondatezza.