Inchiesta su Bergamo, Gallera interrogato per tre ore dai pm: convocati anche Fontana e Bonometti
La riapertura dell'ospedale di Alzano Lombardo. La mancata istituzione della zona rossa nella Bergamasca. La gestione dei pazienti covid e i morti nelle Rsa. L'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, è stato sentito per tre ore dai pubblici ministeri di Bergamo che indagano sulla gestione dell‘emergenza coronavirus e ha risposto alle domande come persona informata sui fatti.
Gallera tre ore davanti ai pm di Bergamo: domande su ospedale di Alzano, zona rossa, rsa
Il procuratore facente funzione Maria Cristina Rota e i pm Silvia Marchina e Paolo Mandurino hanno chiesto chiarimenti a Gallera su principali punti critici finiti sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti. Fermato dai giornalisti fuori dalla Procura bergamasca, l'assessore si è detto tranquillo: "È un atto dovuto – ha detto -. La magistratura sta approfondendo e noi siamo informati sui fatti. Non sono preoccupato". Sulla zona rossa Gallera ha ribadito che la Lombardia aspettava un intervento di Roma, come già spiegato in altre occasioni (salvo ammettere in un'intervista che anche la Regione avrebbe potuto istituirla).
Oggi l'interrogatorio di Fontana, convocato anche il presidente di Confindustria Bonometti
L'inchiesta bergamasca sul covid-19 prosegue oggi con un altro protagonista. Il governatore lombardo Attilio Fontana sarà sentito, sempre come persona informata sui fatti, nella mattinata di venerdì 29 maggio. E la Procura di Bergamo, attraverso la guardia di finanza, ha mandato una convocazione anche al presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti. La data dell'incontro con i pm sarà fissata nelle prossime ore. Al centro del colloquio dovrebbe esserci la questione della zona rossa di Alzano Lombardo e Nembro.
All'inizio di marzo sembrava inevitabile un provvedimento restrittivo per l'area della Val Seriana analogo a quello adottato poco prima per Codogno e il Lodigiano. Né il Governo né la Regione lo adottarono, secondo le ricotruzioni anche per le pressioni di Confindustria che temeva gli effetti economici di un lockdwon. Sul tema Bonometti disse in un'intervista: "Nelle riunioni che abbiamo avuto tra fine febbraio e i primi giorni di marzo, la Regione è sempre stata d'accordo con noi nel non ritenere utile, ma anzi dannosa, una eventuale zona rossa".