Inchiesta Expo, le nuove accuse a Sala: avrebbe causato un “danno di particolare gravità”
L'ex commissario di Expo 2015, Beppe Sala, avrebbe causato un "danno di particolare gravità" alla società affidando in maniera diretta l'appalto del verde alla Mantovani spa. Lo scrive la procura generale nell'atto di chiusura indagini notificato ieri all'attuale sindaco di Milano con l'accusa di concorso in abuso d'ufficio. Una riformulazione della precedente accusa per concorso in turbativa d'asta per cui, adesso, la procura generale chiederà un nuovo rinvio a giudizio per Sala, che affronterà già un primo processo con rito immediato (come da lui richiesto) per un altro filone dell'inchiesta sulle presunte irregolarità durante l'Esposizione Universale. Secondo i magistrati inquirenti, che avevano avocato dalla procura della Repubblica le indagini sull'Expo, mancava anche un presupposto per l'affidamento senza gara dell'appalto del verde nel sito di Rho-Pero (che ha riguardato la fornitura di seimila alberi): il "requisito dell'urgenza".
Il sindaco: Sereno, continuo a fare il mio lavoro
Dopo la nuova vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto (ma in realtà come detto è una rimodulazione di un'accusa già formulata in precedenza), il primo cittadino di Milano si è detto sereno: "Non commento, lascio fare ai miei avvocati il loro lavoro e garantisco ai milanesi che per me può essere anche tutto faticoso – ha detto al "Corriere della sera" -, ma sono ben oltre quel livello di serenità minimo che serve per fare questo difficile lavoro". Più duri i suoi legali, che hanno parlato di una "iniziativa anomala della procura generale di Milano al punto da sembrare persecutoria", giudicandola anche "in evidente contraddizione" con i giudizi dati da Anac, Avvocatura dello Stato e dalla procura di Milano.
Per i sostituti procuratori generali Vincenzo Calia e Massimo Gaballo, Sala e l'ex manager Expo Angelo Paris (anche lui indagato per concorso in abuso d'ufficio) avrebbero violato il Codice degli appalti. Il reato sarebbe stato commesso il 23 ottobre del 2013. Con l'affidamento diretto dell'appalto del verde alla Mantovani, assegnato per 4,3 milioni di euro, secondo gli inquirenti Sala e Paris avrebbero favorito la stessa società, garantendole un "ingiusto vantaggio patrimoniale": l'importo erogato sarebbe stato superiore all'effettivo valore della commessa, come testimoniato dal fatto che la stessa Mantovani avrebbe poi subappaltato l'appalto a un costo inferiore a 1,7 milioni di euro. Nei mesi scorsi a Paris era già stato contestato il reato di abuso d'ufficio: nel capo d'imputazione si spiegava però che l'ex manager avrebbe agito all'insaputa di Sala. Una lettura che non è stata condivisa dalla procura generale.
Rinviata l'udienza preliminare di un altro filone dell'inchiesta Expo: si va verso l'unificazione
Intanto, com'era già stato ipotizzato, l'udienza preliminare che si è aperta oggi davanti al giudice per l'udienza preliminare Giovanna Campanile, relativo a un altro filone dell'inchiesta Expo (quello sull'appalto della Piastra dei servizi, il più importante della manifestazione), è stata subito rinviata al 2 febbraio. Probabile che si vada verso l'unificazione dei due filoni. Per quanto riguarda la vicenda della Piastra, il sindaco Sala è imputato per falso materiale e ideologico per la presunta retrodatazione dei verbali di nomina di due commissari della gara d'appalto. Il processo si aprirà il 20 febbraio. Nel filone parallelo sulla piastra figurano altri sei indagati: lo stesso Paris, l'ex direttore generale di Ilspa (infrastrutture lombarde) Antonio Rognoni, l'ex presidente della Mantovani spa Piergiorgio Baita, il presidente di Coveco (Consorzio veneto cooperativo) Franco Morbiolo e un dipendente di Metropolitane Milanesi, Dario Comini. Imputate come enti anche Coveco e la stessa Mantovani, che risulta anche parte offesa come l'impresa Pizzarotti, MM e Expo 2015 spa.