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Inchiesta Expo, l’accusa del pm a Maroni: “Contratto su misura per la sua assistente”

Per il pm che indaga sulle presunte pressioni fatte dal governatore lombardo Maroni per favorire una sua assistente, Maria Grazia Paturzo, il contratto di consulenza della stessa con Expo fu tagliato su misura: tanto che l’importo fu suggerito da Maroni a Paturzo e da questa comunicato a Expo.
A cura di Francesco Loiacono
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Nell'inchiesta che coinvolge il governatore della Lombardia Roberto Maroni, accusato di induzione indebita per aver fatto pressioni sulla società Expo al fine di favorire una sua ex collaboratrice al Viminale, emergono nuovi particolari sulla natura del contratto di consulenza poi effettivamente stipulato tra la società Expo Spa e Maria Grazia Paturzo. Un contratto che, come riferisce il quotidiano Repubblica, secondo il pubblico ministero che indaga sulla vicenda, Eugenio Fusco, sarebbe stato tagliato su misura sulla Paturzo. Tanto che lei stessa avrebbe indicato il compenso da percepire: 65mila euro annui.

Paturzo: "Maroni mi indicò la cifra"

A riprova di questo dato la procura cita il verbale reso dalla stessa Paturzo, ascoltata dagli inquirenti il 16 luglio 2014. I magistrati avevano mostrato alla Paturzo una mail, datata 26 settembre 2013, nella quale la Paturzo inseriva la cifra del compenso indicandola lei stessa all'allora segretario generale della Regione – e oggi nominato da Maroni alla guida di Ferrovie nord Milano -, Andrea Gibelli. Interrogata sul perché avesse inserito la cifra di 65mila euro, Paturzo risponde: "Già a luglio 2013, con Maroni si è parlato di un mio ruolo in Expo e in quelle occasioni, il presidente mi indicò una cifra approssimativa intorno ai 60/65 mila euro. Non so dirle per quale ragione il presidente mi disse questa cifra – spiega Paturzo agli inquirenti – penso che la ritenesse adeguata al ruolo che andavo a ricoprire".

Secondo gli inquirenti, Maroni – indagato per turbativa d'asta in un secondo filone dell'inchiesta -, era legato alla Paturzo da una relazione affettiva. Una possibilità ipotizzata anche dalla portavoce del governatore Isabella Votino, ascoltata dai pm il 14 luglio dell'anno scorso: "Gli dissi più o meno così – dice Votino agli inquirenti a proposito di un suo colloquio con Maroni -: ‘Io ti ho avvisato e ti ho detto quello che penso, non capisco le ragioni per cui ti vuoi servire di lei'. Io potevo solo supporre, all'epoca, che ci fosse tra loro una relazione che peraltro Maroni mi ha sempre negato fino all'ultimo".

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