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Covid 19

Un’indagine medica svela i veri numeri dell’epidemia: “In provincia di Bergamo 64mila contagiati”

Le persone contagiate da coronavirus in provincia di Bergamo sarebbero oltre 64mila, un numero sei volte superiore rispetto al bilancio ufficiale. La stima è contenuta nell’indagine conoscitiva Covid-19 svolta realizzata dall’Ordine dei Medici provinciale, che ha raccolto i dati relativi a 96mila pazienti in tutto il territorio. “Il 6,7 per cento ha in atto o hanno avuto l’infezione”, si legge nel documento. Sarebbero 17.431 le persone in isolamento domiciliare, 22.822 quelle guarite e 3.019 decessi. I calcoli potrebbero essere comunque per difetto, per le difficoltà a ottenere i numeri della Val Seriana, dove i medici di famiglia sono sommersi dal lavoro o, in molti casi, a loro volta malati.
A cura di Simone Gorla
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Un medico dell'ospedale di Bergamo assiste un paziente in una videochiamata
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Quante sono davvero le persone contagiate dal coronavirus nella provincia di Bergamo, il territorio più martoriato dall'epidemia? Nessuno lo sa, perché i dati comunicati dalle autorità si riferiscono solo alle persone ricoverate in ospedale o comunque in cura con sintomi, a cui è stato fatto il tampone. Le stime finora disponibili parlavano di numeri fino a dieci volte maggiori rispetto a quelli ufficiali: l'ultimo bollettino di lunedì 6 aprile parla di 9.815 casi. Ma nessuna analisi sul territorio era stata condotta fino a questo momento.

Ordine dei Medici: in provincia di Bergamo 64mila casi

Ora una valutazione più precisa arriva dall'Ordine dei Medici di Bergamo, che ha svolto "un'indagine conoscitiva Covid-19" sul territorio basata sulle informazioni dei medici di famiglia. "Possiamo stimare per la popolazione provinciale un numero totale di 64.461, con un margine di errore di 1.750 casi (in più o in meno). Questo alla data del 4 aprile, ovviamente il numero è destinato ad aumentare nel tempo", si legge nel documento con i risultati finali. Hanno risposto all'indagine 65 medici di famiglia, sparsi per tutta la provincia, per un totale di oltre 96.000 assistiti.

L'indagine dei medici di famiglia: 6,7% dei pazienti contagiato

"Abbiamo richiesto ai medici di famiglia di estrarre dagli archivi le informazioni relative al numero di assistiti, ai casi di Covid, a quanti di questi fossero seguiti a domicilio, quanti ricoverati, quanti guariti e quanti deceduti", spiega il report. "I nostri dati indicano che il 6,7 per cento dei pazienti assistiti ha in atto o hanno avuto l’infezione", compresi quelli guariti e deceduti, "mentre secondo i dati ufficiali (limitati a chi ha eseguito un tampone) saremmo a 0,86 per cento".

Cala la mortalità, stima inferiore a quelle delle anagrafi

Si tratta della prima indagine di questo tipo sul coronavirus svolta in Italia. Riguarda solo la popolazione adulta (dai 14 anni in su) e fornisce una fotografia indicativa della situazione. Non tutti medici hanno infatti potuto rispondere. Soprattutto nelle aree più colpite molti dottori sono troppo impegnati, o sono a loro volta malati, per poter seguire l'andamento del contagio. "In particolare appaiono meno rappresentati i medici operanti in Valseriana, area particolarmente colpita dall’epidemia", chiariscono gli autori del documento. Le stime riportate, quindi, potrebbero essere imprecise per difetto.

I ricoverati in media sono lo 0,2 % degli assistiti che corrisponde, rapportato alla popolazione provinciale, una stima di 2.282 ricoveri dall’inizio dell’epidemia. Gli assistiti a domicilio, al momento dell’inchiesta, sono l'1,8%, che corrisponde a 17.431 pazienti in isolamento domiciliare sulla popolazione provinciale. I dimessi sono il 2.4% sugli assistiti che corrisponde a 22.822 guarite sulla popolazione provinciale. I deceduti sono in media lo 0.3%. In particolare è rilevata sotto 65 anni una mortalità dello 0,04% (4 casi su 10.000 assistiti) mentre al di sopra dei 65 anni si registra un 1,2% di mortalità. Proiettato sulla popolazione generale questo si traduce in 3.019 decessi. "Questo dato, che riguarda i deceduti in seguito all’infezione Covid, è inferiore alla stima dell’eccesso di mortalità calcolato tramite gli uffici anagrafe (4.500 morti circa, come pubblicato da L’Eco di Bergamo)", si legge nel documento, ma "anche in questa valutazione andrebbe tenuto conto della minore presenza nel campione esaminato di medici della Valseriana.

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