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In manette il capo della banda del buco: incastrato dal Dna sulle cicche

La squadra mobile di Milano ha arrestato Rosario Gioia, pregiudicato di 41 anni ritenuto il capo della “banda del buco”. L’uomo è accusato di aver messo a segno diverse rapine ad istituti bancari nel milanese. Decisiva la prova del Dna sui mozziconi di sigaretta.
A cura di An. Mar.
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Rosario Gioia, di 41 anni, calabrese, è stato arrestato dalla Squadra mobile della Questura di Milano in quanto ritenuto a capo di una banda responsabile di diverse rapine in banca. Gli inquirenti sono risaliti a lui grazie all'analisi del Dna ottenuto su alcune cicche ritrovate nei pressi delle filiali rapinate insieme alla banda.

Oltre a Gioia altre 5 persone erano state precedentemente arrestate. I cinque componenti della cosiddetta banda del buco avevano messo a segno almeno due rapine e ne avevano tentata un'altra, sempre a danno di istituti di credito tra Milano e provincia con la consueta tecnica del "buco". La banda si introduceva nelle filiali attraverso dei tunnel scavati nei sotterranei delle banche che gli permettevano si sbucare all'interno degli uffici e prendere in ostaggio i dipendenti costringendoli a farsi consegnare quanto contenuto nelle casseforti. A tradire Gioia sono state le sue tracce lasciate su mozziconi di sigarette e bottiglie consumate dal capo della banda prima di effettuare i colpi. Il resto del gruppo, composto da quattro italiani ed un ecuadoriano, è in carcere dallo scorso 23 ottobre. Gioia riuscì a sfuggire agli uomini della Polizia di Stato e fu dichiarato latitante.

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