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Covid 19

In Lombardia 86.825 casi di Coronavirus e 15.840 morti: meno di 200 persone in terapia intensiva

Sono 86.825 i casi confermati di contagio da Coronavirus in Lombardia, come da bollettino aggiornato a oggi, sabato 23 maggio. Diminuiscono i pazienti ricoverati in ospedale, ora 4.026, dei quali 199 in terapia intensiva. Aumentano i guariti, che toccano quota 45.355 e purtroppo anche i decessi: da inizio epidemia sono scomparse 15.840 persone. Il numero dei tamponi effettuati è arrivato a 658.784.
A cura di Filippo M. Capra
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Ecco il bollettino dell'emergenza Coronavirus in Lombardia aggiornato a oggi, sabato 23 maggio. Sono 86.825 i casi confermati di contagio, in aumento di 441 unità rispetto a ieri quando erano 86.384. Diminuisce il numero dei pazienti ricoverati in ospedale, arrivato a 4.026, contro i 4.028 di ieri. Si riducono anche i letti occupati in terapia intensiva, ora 199 (meno 8). I guariti salgono di 688 in un giorno, arrivando a 45.355. Nelle ultime 24 ore sono decedute 56 persone, portando a 15.840 il conto dei decessi totali da inizio epidemia. Il numero dei tamponi effettuati in Lombardia è arrivato a 658.784, con un incremento di 17.191 tamponi rispetto a ieri.

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I dati delle province lombarde: 102 nuovi casi nella Bergamasca

La provincia più colpita della Lombardia è sempre quella di Milano, dove sono arrivati a 22.616 i casi accertati (+88), di cui 9.565 in città (+40). In provincia di Brescia i contagi sono 14.417 (+72), mentre a Bergamo sono 12.834 (+102). A Cremona i casi sono arrivati a 6.383 (+9), nella provincia di Monza Brianza 5.421 (+12), a Pavia 5.185 (+33), a Mantova 3.314 (+4), a Varese 3.490 (+44), a Como 3.747 (+34), a Lodi 3.400 (+8), a Lecco 2.717 (+11) e a Sondrio 1.414 (+7).

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Fontana: Non abbiamo fatto errori in Lombardia

In un'intervista a Repubblica, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, a dispetto dei dati quotidiani, ha detto che "i nostri numeri miglioreranno e non sarà necessario tenerci chiusi". Il governatore ha poi negato ogni tipo di responsabilità della Regione nella mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo, smentendo l'assessore al Welfare Giulio Gallera che aveva ammesso sarebbe potuta essere una loro competenza: "Ha sbagliato – ha detto Fontana -. Esiste una valutazione giuridica di Sabino Cassese, che parla di iniziativa nelle mani del governo e quest’impostazione è stata confermata dalla direttiva del ministro dell’Interno ai prefetti".

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