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Il teatro Franco Parenti diventa itinerante: “Portiamo sorrisi nei comuni più colpiti dall’epidemia”

Il Teatro Franco Parenti di Milano diventa itinerante. Con l’ausilio di due furgoni che creeranno un palco, il teatro porterà in giro per i comuni più colpiti dall’epidemia da Coronavirus alcuni spettacoli tenuti da giovani attori che coglieranno l’occasione per fare esperienza. “Vogliamo portare un po’ di allegria ai cittadini che più di tutti sono stati colpiti dalla pandemia”, spiega la direttrice artistica del teatro Andree Ruth Shammah a Fanpage.it.
A cura di Filippo M. Capra
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Come e quando potremo tornare a teatro nella fase di convivenza con il Coronavirus? Una prima data è stata fissata al 15 di giugno, quando riapriranno anche i cinema, dal premier Giuseppe Conte che, però, non ha rivelato ulteriori dettagli. Nell'attesa di scoprire le nuove modalità di partecipazione agli spettacoli teatrali, a Milano, il Teatro Franco Parenti ha avviato un'iniziativa che coinvolga direttamente i cittadini senza costringerli ad aspettare la data di riapertura. Con l'ausilio di un camion adibito a palco, il Parenti girerà per i comuni maggiormente colpiti dall'epidemia da Coronavirus offrendo la possibilità a giovani attori di prendere confidenza con il pubblico. Fanpage.it ne ha parlato con la direttrice del Teatro Andree Ruth Shammah.

Direttrice, quando ha pensato all'iniziativa?

Un mese fa, circa, quando non sapevamo se i teatri avrebbero riaperto. Ho pensato, "facciamo i camion", e un mio collaboratore ha avuto questa idea geniale di mettere due furgoni che possono entrare facilmente nelle piazze e la cui "unione" dà vita ad un palco sul quale gli attori possono stare distanziati.

Che comuni visiterete?

Io, rappresentando un privato, ho sentito e mi sono messa d'accordo con l'assessore regionale Stefano Bruno Galli, con cui abbiamo concordato un primo giro nei comuni maggiormente colpiti dall'epidemia, come Codogno e la zona del Lodigiano. Questa iniziativa ha una doppia missione: portare un po' di allegria a chi ha trascorso periodi molto complicati, e lanciare nuovi comici per iniziare a fargli fare esperienza. Più avanti, invece, proporremo delle rassegne di musica classica e poesia.

E per l'organizzazione? 

Penseremo a tutto noi, non vogliamo gravare sulle casse dei singoli comuni. Ovviamente, l'accesso al pubblico sarà totalmente gratuito.

Porterete gli spettacoli anche in città più grandi?

Sì, mi piacerebbe molto portarlo a Bergamo. Ora che il progetto sta partendo, sentirò il Comune di Bergamo per cercare di organizzare una tappa anche lì. Sarebbe importante portarlo in tutta la Lombardia, oltre che in altre regioni che già mi hanno contattata come la Toscana.

Nel secondo dopoguerra il Piccolo Teatro Strehler fece una cosa simile con il Teatro Quartiere, all'interno di tendoni. Possiamo definire questa iniziativa come un "Teatro Quartiere 2.0"?

Sì, l'idea è un po' quella. Il Teatro Quartiere originale era via circo e stabile all'interno di una zona della città. Poi, nel 1972 Franco Parenti e Franco Branciaroli avevano già avviato un'iniziativa simile con i camion per portare il teatro in giro per le città.

C'è qualche attore affermato che l'ha chiamata per poter partecipare? 

Sì, mi ha contattato Alessandro Haber ad esempio. In tanti vorrebbero prendervi parte, ora vediamo come fare.

Direttrice, lei è impegnata anche nella direzione artistica dei Bagni Misteriosi di Milano. Cosa cambierà nella stagione estiva che sta per cominciare?

Noi apriamo il 18 giugno. Abbiamo pensato alla seconda edizione di "Stasera si può entrare fuori", dove il pubblico sarà posizionato in diversi spazi dei Bagni in gruppi che verranno raggiunti dagli attori.

E il Teatro Franco Parenti, invece?

Andremo al festival di Napoli dove Filippo Timi metterà in scena "Il cabaret delle piccole cose", dei monologhi scritti da lui. Poi ci sarà Filippo Dini con "Locked" per cui ha già provato con noi. In seguito avremo una programmazione più completa.

Come sarà recitare davanti a un teatro mezzo vuoto a causa dell'obbligo di distanziamento sociale?

Ci si abituerà. Noi ci abituiamo a tutto.

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