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Il Tar boccia la Lombardia: “No alla fecondazione eterologa a pagamento”

l Tar della Lombardia ha bocciato la decisione della Regione “di porre a carico degli assistiti il costo delle prestazioni per la pma di tipo eterologo”. La sentenza del tribunale amministrativo accoglie così il ricorso presentato dalla onlus Sos Infertilità che contestava la scelta presa della regione di non coprire i costi della sola fecondazione eterologa.
A cura di Va.Re.
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Il Tar della Lombardia ha bocciato la decisione della Regione "di porre a carico degli assistiti il costo delle prestazioni per la pma di tipo eterologo". La sentenza del tribunale amministrativo accoglie così il ricorso presentato dalla onlus Sos Infertilità che contestava la scelta presa della regione di non coprire i costi della sola fecondazione eterologa, garantendo invece la copertura per quella omologa. Una scelta contestata lo scorso aprile anche dal Consiglio di Stato che aveva parlato di un provvedimento discriminatorio.

La sentenza del Tar sulla fecondazione eteorologa

La sentenza del Tar conferma in sostanza il pronunciamento del Consiglio di Stato, riscontrando nelle disposizioni della Regione Lombardia una vera e propria discriminazione, affermando che se la fecondazione eterologa è ammessa, deve avere lo stesso trattamento delle altre tecniche mediche contro l'infertilitià. "Il trattamento deteriore riservato alla Pma di tipo eterologo appare illegittimo – si legge nella sentenza – anche per violazione del canone di ragionevolezza, attesa la riconducibilità di questa allo stesso genus della Pma di tipo omologo, assoggettata invece al pagamento del solo ticket". Quindi "vanno dichiarate illegittime le deliberazioni regionali impugnate nella parte in cui si è stabilito di porre a carico degli assistiti il costo delle prestazioni per la Pma di tipo eterologo, unitamente alla previsione delle relative tariffe".

Maroni insiste: "Faremo ricorso"

Ma il presidente Roberto Marino non fa passi indietro e annuncia: "Riteniamo di essere nel giusto e quindi faremo ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar". Il governatore si è trincerato dietro la mancanza di un quadro normativo nazionale che stabilisca il da farsi in materia e la mancanza di risorse per garantire a tutti di accedere alla fecondazione assistita tramite il pagamento del solo ticket.

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