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Il sindaco leghista su Facebook: “Prendiamoli a fucilate ‘sti decerebrati islamici”

Senza freni il primo cittadino di Sorisole, comune di 9mila abitanti in provincia di Bergamo. Stefano Vivi, leghista doc, sulla sua pagina Facebook ha scritto lo scorso 17 ottobre: “Prendiamoli a fucilate ‘sti decelebrati islamici”. La frase a corredo di un articolo dell’edizione web del Giornale. E il collega leghista gli dà ragione.
A cura di Va.Re.
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Senza freni il primo cittadino di Sorisole, comune di 9mila abitanti in provincia di Bergamo. Stefano Vivi, leghista doc, sulla sua pagina Facebook ha scritto lo scorso 17 ottobre: "Prendiamoli a fucilate ‘sti decelebrati islamici". La frase a corredo di un articolo dell'edizione web del Giornale, che raccontava di tensioni tra cristiani e musulmani in Svezia. Esplosa la polemica Vivi ha rimosso, forse momentaneamente, il suo profilo dal social network, ma prima l'ex primo cittadino di un paesino confinante con Sorisole ha fatto in tempo a metterci il carico da 90. "Bravo Stefano Vivi – scrive Cristiano Aldegani, ex sindaco leghista di Ponteranica -, hai scritto quello che tantissimi pensano. Se uno viene a scrivermi sul muro perché sono cristiano, minacce di morte tipo ‘convertiti all’Islam o muori' gli tiro davvero. Ne abbiamo piene le palle e le guance le abbiamo finite". Insomma un linguaggio che in entrambi i casi non si addice a chi ricopre o ha ricoperto un ruolo istituzionale.

Insorgono i deputati di Bergamo del Partito democratico Antonio Misiani ed Elena Carnevali, che in una nota scrivono: "Mai come in questo momento è necessario, in primo luogo per chi riveste un ruolo istituzionale, evitare di alimentare l'intolleranza e l'odio religioso". "Il commento estremista del sindaco leghista di Sorisole va purtroppo in una direzione esattamente opposta. – continuano i deputati dem – Usare espressioni violente come quelle scritte su Facebook dal sindaco Vivi vuol dire mettersi sullo stesso piano, dal punto di vista dei toni e dei contenuti, dei fanatici dell'Isis che in Svezia hanno inneggiato al califfato islamista".

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