465 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il Planetario di Milano, un dono di Ulrico Hoepli che attrae 140.000 persone ogni anno

Il Planetario di Milan, donato alla città nel 1930 da Ulrico Hoepli, editore italo-svizzero, e progettato da Piero Portaluppi, da quasi un secolo ammalia grandi e piccini con la proiezione sulla cupola del cosmo e dei corpi celesti che lo riempiono. Ogni anno il Planetario attrae oltre centomila persone.
A cura di Filippo M. Capra
465 CONDIVISIONI
L'interno del Planetario di Milano. Foto: LOfficina del Planetario
L'interno del Planetario di Milano. Foto: LOfficina del Planetario

"Alla Generosa Milano, mia patria d'adozione, dono, con animo riconoscente, il Planetario". È questo il messaggio che ha accompagnato la donazione dell'editore italo-svizzero Ulrico Hoepli nel 1930 al capoluogo lombardo del planetario che ancora oggi è possibile visitare. Situato all'interno dei giardini di Porta Venezia, nel cuore della città, il Planetario si conferma sempre meta gremita di cittadini e turisti curiosi di vedere la volta celeste nella sua immensità. Coperti da un mare di stelle, e accompagnati dalla voce di un astronomo esperto, il viaggio che si compie in ogni conferenza (spettacolo, ndr), continua ad ammaliare adulti e piccini, grazie alla gestione de "LOfficina del Planetario".

L'edificio del planetario realizzato dal grande Portaluppi

La sua fondazione risale alla prima metà del Novecento, quando Hoepli decise di regalarlo alla città di Milano, il 20 maggio del 1930. La costruzione dell'edificio è stata realizzata in collaborazione con il famoso architetto Piero Portaluppi, che negli anni a seguire portò a termine i lavori anche per Casa Crespi e Palazzo Crespi. Successivamente, Portaluppi si dedicò alla realizzazione dei padiglioni Agip, Alfa Romeo e Pirelli della Fiera di Milano, oltre al prestigioso restauro della chiesa di Santa Maria delle Grazie, in corso Magenta, che custodisce il Cenacolo di Leonardo Da Vinci. Il Planetario rimane un fiore all'occhiello della progettazione architettonica della città, con la cupola che al suo interno è in grado di contenere le costellazioni visibili a occhio nudo, anche quelle che a Milano non si possono vedere.

Uno scatto dell'interno del Planetario negli anni '50 (LaPresse)
Uno scatto dell'interno del Planetario negli anni '50 (LaPresse)

Il bombardamento del '43 e la ristrutturazione

Come gran parte della città, anche il Planetario risentì degli effetti della Seconda guerra mondiale. Nel 1943, al culmine del conflitto bellico, lo strumento utile per l'osservazione del cosmo venne smontato e conservato in un luogo sicuro. L'edificio, invece, venne parzialmente danneggiato da un bombardamento, che ne rovinò la cupola. Solo undici anni più tardi venne apportata una ristrutturazione, prima con l'inserimento di teli nella parte interna della cupola e poi con l'installazione di pannelli d'alluminio forati. Il "nuovo" soffitto può essere ammirato col naso all'insù dai 375 posti di capienza massima. Le sedie in legno, girevoli a 360 gradi, permettono quanto più possibile di farsi riempire lo sguardo dai piccoli puntini bianchi luccicanti proiettati dal planetario sulla cupola. I dati ufficiali dicono che sono oltre centomila le presenze annue in corso Venezia 57, sintomo che l'osservazione delle stelle, dei pianeti e di tutto ciò che accade sopra le nostre teste nel momento in cui il sole sparisce all'orizzonte, è un argomento che continua ad affascinare.

Il cielo del mese, la rassegna mensile sul cosmo

Una delle attrazioni principali del planetario di Milano porta il nome di "Il cielo del mese", la rassegna mese per mese di ciò che si vede alzando gli occhi dal crepuscolo del tramonto a quello dell'alba. Il trascorrere del tempo – velocizzato di circa cento volte rispetto al suo normale scorrimento – permette in appena un'ora di guardare tutti i movimenti celesti della notte, dovuti alla rotazione sul proprio asse della Terra. L'impatto visivo è meraviglioso, specialmente quando ci si rende conto che nell'immensità dell'oscurità si torna ad osservare la Via Lattea, la nostra galassia, sparita dai cieli del capoluogo lombardo da tempo immemore a causa dell'ingente inquinamento luminoso. Quante volte ci diciamo che "Milano è bella, peccato non si vedano le stelle". Eppure basta un viaggio al Planetario per scoprire che non è proprio così. 

La proiezione delle stelle sulla cupola del Planetario. Foto: LOfficina del Planetario
La proiezione delle stelle sulla cupola del Planetario. Foto: LOfficina del Planetario
465 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views