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Il padre di Domenico Maurantonio: “Né suicidio né incidente, ora la verità”

Il papà di Domenico Maurantonio, il 19enne morto in gita a Milano, a due settimane dalla tragedia afferma: “Pensavo che i suoi compagni avrebbero parlato”. Il padre del 19enne si dice certo che non sia stato né un suicidio né un incidente: “Mio figlio non si sarebbe messo in pericolo da solo. Ora bisogna arrivare alla verità”.
A cura di Francesco Loiacono
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Il papà di Domenico Maurantonio, lo studente 19enne morto in gita a Milano, a due settimane dalla tragedia che ha colpito la sua famiglia ha concesso un'intervista al Corriere della sera. Bruno Maurantonio, funzionario di banca, si dice deluso innanzitutto della reticenza dei compagni di classe di Domenico, che all'inizio attribuiva al fatto "che i ragazzi fossero sotto choc, che il loro silenzio fosse il frutto del contraccolpo per quanto accaduto". A due settimane dall'accaduto, invece, su quanto successo nel corridoio dell'hotel Da Vinci di Bruzzano nella notte tra il 9 e il 10 maggio scorso ancora nessuno è pronto a dire niente, nonostante una nuova convocazione di alcuni compagni di classe di Domenico lo scorso giovedì in questura, a Milano.

"Né suicidio né incidente"

Il padre di Domenico parla poi dei primi esiti ematici, che hanno rivelato che Domenico la notte della tragedia aveva bevuto, ma moderatamente: "Ne eravamo certi", afferma, spiegando che lui e sua moglie – Antonia Comin – avevano fiducia in loro figlio. Su quanto avvenuto la notte della tragedia Bruno Maurantonio ha alcune certezze: "Certamente non si è trattato di un suicidio né di un incidente. Cadere da quella finestra per ‘errore' è praticamente impossibile. Ci sono stato, ho visto l’hotel". Il papà di Domenico ritiene che quella notte suo figlio non fosse solo, anche perché si dice certo "come genitore che mio figlio non si sarebbe messo in una situazione di pericolo da solo". Si rimane adesso in attesa che arrivino i risultati definitivi dei test scientifici, attesi a giorni.

Il papà di Domenico evita infine di polemizzare su due polemiche degli ultimi giorni. La prima è la presenza di soli tre compagni di scuola di Domenico alla veglia organizzata in sua memoria venerdì scorso – "Alcuni erano impegnati con la scuola per una recita" -, la seconda invece riguarda la proposta di non ammettere alla maturità quegli studenti che risulteranno aver mentito su quanto accaduto la notte della tragedia: "Non è il tempo per noi di pensare a queste cose. So che la tragedia di Domenico ha colpito molte persone, che è una tema sentito da molte famiglie. Ora bisogna soltanto arrivare alla verità".

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