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Il mistero delle ossa umane in un maneggio a Cologno Monzese: sono di un uomo morto suicida

Risolto il mistero legato al ritrovamento di alcune ossa umane in un maneggio abbandonato di Cologno Monzese, vicino Milano. I resti umani erano stati trovati nell’aprile dello scorso anno: si era da subito pensato a un suicidio ma per identificare la vittima sono state necessarie complesse indagini. Le ossa appartengono a un cittadino romeno: si è ucciso impiccandosi.
A cura di Francesco Loiacono
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Immagine di repertorio
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Dopo oltre un anno è stato risolto il mistero delle ossa umane trovate in un maneggio a Cologno Monzese, in provincia di Milano. Il ritrovamento risale all'11 aprile del 2017: alcuni amici impegnati in una passeggiata nei pressi di un maneggio abbandonato in via Pietro Mascagni, non lontano dal centro cittadino, si erano imbattuti in alcune ossa visibili sul terreno: tra i resti erano chiaramente distinguibili una colonna vertebrale e un teschio, oltre ad altri resti umani. Il gruppo aveva subito allertato i carabinieri che avevano recintato la zona del ritrovamento recuperando altri reperti che si sono poi rivelati importanti per le indagini: un accappatoio, una bottiglia di vodka e il santino di una Madonna che recava l'indicazione di un luogo di venerazione della Romania.

Le complesse indagini dei carabinieri: decisivo il Dna

Da quest'ultimo particolare gli inquirenti si sono indirizzati verso la "pista" romena, avvalorata anche da un particolare lavoro che era stato fatto su un incisivo del teschio. I carabinieri hanno quindi analizzato le denunce di scomparsa relative proprio a cittadini della Romania e della Moldavia, risalendo così a un cittadino romeno residente a Cologno. L'uomo, che all'epoca della scomparsa aveva 39 anni, stando alle ipotesi dei carabinieri si era suicidato impiccandosi con la cintura dell'accappatoio, anch'essa ritrovata nel maneggio. Per avere la certezza delle loro supposizioni i carabinieri hanno fatto venire appositamente dalla Romania la mamma del presunto suicida, una donna di 56 anni. Gli esperti hanno prelevato un campione di Dna alla donna e i Ris di Parma lo hanno confrontato con quello prelevato dalle ossa ritrovate: il confronto non ha lasciato dubbi e il mistero legato al macabro ritrovamento è stato così risolto.

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