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Covid 19

Il medico volontario inviato a Seriate: “Quei fratelli col respiratore e la gioia di averli salvati”

Una settimana da volontario nell’ospedale di Seriate, in prima linea nella lotta al coronavirus. È l’esperienza di Flavio Tangianu, 40 anni, medico in servizio a Varese. “C’erano due fratelli nemmeno quarantenni, ricoverati nella stessa stanza entrambi ventilati”, ha raccontato, “ce l’abbiamo fatta a tirarli fuori evitando di arrivare all’intubazione. La gioia che abbiamo provato per loro quando li abbiamo dimessi è ancora viva”.
A cura di Redazione Milano
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"Qui a Varese non avevo avuto ancora occasione di confrontarmi con i pazienti con il Covid-19, volevo vedere come venivano valutati, come venivano curati". È il racconto di un medico in servizio a Luino, sul lago Maggiore, che si è offerto volontario per essere inviato all'ospedale di Seriate, nel centro dell'epidemia lombarda di coronavirus. Flavio Tangianu, 40 anni, ha moglie e figlia a casa in Sardegna e lavora in provincia di Varese. È partito per Bergamo perché voleva rendersi utile, ma anche per imparare. Lo ha riferito l'Asst dei Sette Laghi, spiegando che sono tre i medici dell'azienda sanitaria che volontariamente hanno prestato servizio negli ospedali lombardi delle zone più colpite.

Il racconto di un medico volontario inviato all'ospedale di Seriate

Delle giornate trascorse in uno degli ospedali ‘in trincea' resta un ricordo positivo. "C'erano due fratelli, nemmeno quarantenni, ricoverati nella stessa stanza, entrambi ventilati", è il racconto del medico. Due pazienti giovani in condizioni critiche, che si sono salvati. "Ce l'abbiamo fatta a tirarli fuori, evitando di arrivare all'intubazione. La gioia che abbiamo provato per loro quando li abbiamo dimessi è ancora viva".

Al termine dell'esperienza nella bergamasca, Tangianu è tornato a Varese e ha preso servizio nella "Medicina ad Alta Intensità", il reparto dell'Ospedale di Circolo tutto dedicato ai pazienti Covid-19. "Da questa esperienza ho capito che, nonostante tutti i progressi nelle cure, la natura può sempre prendere il sopravvento – è la riflessione del medico – e che se è importante lavorare per aumentare la quantità di vita, lo è molto di più migliorarne la qualità".

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