Il Comune le negò il matrimonio con un 54enne in fin vita: 200mila euro alla mancata sposa

Il desiderio di sposarsi con l'amore della sua vita, un uomo di 54 anni in gravissime condizioni fisiche, le era stato negato dal Comune di Lecco per via di lungaggini burocratiche. E così la donna e il suo compagno, che era deceduto poco dopo la richiesta, non avevano potuto coronare il proprio sogno. Adesso, però, il Comune di Lecco dovrà risarcire con 200mila euro la mancata sposa. Lo ha ribadito la Corte d'Appello di Milano, che ha reso esecutiva la sentenza emessa nell'ottobre scorso dal tribunale di Lecco, che aveva quantificato il valore del risarcimento calcolandolo sulla base della pensione di reversibilità.
Il mancato matrimonio d'urgenza risale al 2014
La vicenda oggetto della contesa legale risale al 2014. Il 54enne, che si trovava in terapia intensiva in ospedale, aveva chiesto di sposare la sua compagna, anche per permetterle di beneficiare di una serie di benefici consentiti dalla legge, come appunto la pensione di reversibilità. Al Comune era stata presentata una richiesta di matrimonio d'urgenza, possibile in casi in cui uno dei coniugi sia in fin di vita. Da piazza Diaz però avevano preso tempo: anziché verificare direttamente le condizioni fisiche del futuro sposo avevano chiesto una serie di certificati all'ospedale dai quali trasparisse l'imminente pericolo di vita del 54enne. Purtroppo l'uomo è deceduto mentre la querelle tra Comune e ospedale era ancora in corso. La mancata sposa ha quindi deciso di fare causa all'amministrazione comunale, assistita dall'avvocato Raffaella Gianola. Palazzo Gianola attende adesso l'esito del ricorso presentato in Corte d'Appello.