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Comune di Milano, stop al Fondo cooperazione internazionale

Pisapia decide di lasciare il Fondo cooperazione per ridurre le spese ai singoli progetti che dal 2006 il Fondo realizza nei paesi del Sud del Mondo.
A cura di Ester Castano
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La Città Metropolitana esiste da tre giorni, ma è già tensione fra paesi della provincia e Milano comune capofila. La giunta capitanata dal sindaco Giuliano Pisapia esce dal Fondo Milanese per la Cooperazione Internazionale senza confrontarsi con le altre trentadue amministrazioni partecipanti, venendo meno al principio base della città metropolitana: il confronto. Ma non solo. Milano esce dal Fondo con una delibera votata in Giunta alla presenza del sindaco senza che sia discussa in Consiglio Comunale, non coinvolgendo nella decisione i consiglieri di opposizione nè quelli della stessa maggioranza di centro sinistra di Pisapia.

Decisione choc: "Comunicata con tre righe in mail"

La comunicazione arriva come un fulmine a ciel sereno anche ai responsabili del progetto di cooperazione: con tre righe inviate per mail Milano decide di abbandonare il Fondo. Nessuna ulteriore spiegazione da parte della Giunta che, per riparmiare la quota associativa di iscrizione 3mila euro annui più il sostegno ai singoli progetti che dal 2006 il Fondo realizza nei paesi del Sud del Mondo, tira i remi in barca. I progetti realizzati in questi anni in Niger, Senegal, Egitto e altre aree di crisi internazionale hanno coinvolto le amministrazioni milanesi e le comunità locali, creando una rete di cooperazione pratica fra Enti. "Non si può cancellare la partecipazione con un tratto di penna: la decisione è stata presa sul piano tecnico e burocratico per contenere la spesa pubblica ma senza una discussione politica. Ed è una grave mancanza della Giunta Pisapia che ben conosce il nostro lavoro e che sappiamo apprezzarne i risultati – afferma Sisinnio Guido Milani, direttore generale del Fondo – in questi anni ci siamo adoperati per portare anche il più piccolo comune del milanese nel mondo mettendo a disposizione dei paesi più sofferenti le competenze dei nostri assessori, consiglieri e funzionari comunali. Uno scambio utile e solidale per entrambe le parti. E i risultati sono eccellenti". lo scopo del Fondo non è infatti quello di sfamare sul momento le persone, col rischio di istillare nel paese povero una dipendenza da quello ricchi; ma dare gli strumenti alle popolazioni in difficoltà e ai loro rappresentanti per sviluppare una propria politica produttiva nel rispetto della cultura e dell'identità della singola comunità, non solo donando semi e macchinari ma insegnando come ottenere un buon raccolto. Ma nella capitale mondiale di Expo 2015 il cui tema è "Nutrire il pianeta" il Comune di Milano pare non avere 3mila euro l'anno per un Fondo che quotidianamente con personale altamente qualificato si occupa di diminuire gli squilibri sociali, economici e ambientali a livello mondiale.

"Siamo rammaricati per questa scelta più o meno inconsapevole della giunta milanese, che crea un grande disagio ai comuni della provincia proprio ora che si avvia il processo di integrazione della cittá metropolitana. Non è un buon segnale per chi crede che Milano e i comuni debbano cooperare maggiormente in una vasta gamma di aspetti, tra cui le relazioni e la cooperazione internazionale. Vogliamo credere che l'amministrazione Pisapia torni sui suoi passi, chiederemo un incontro al più presto al fine di riavviare una proficua collaborazione, nel rispetto reciproco di tutti i 32 comuni del Fondo", dichiara Igor Bonazzoli, vicepresidente del Fondo Provinciale Milanese per la Coopedazione Internazionale e vicesindaco del comune di Arluno. Ora il nocciolo della questione sta nel capire come la Città Metropolitana farà a decidere quali progetti di cooperazione internazionale sviluppare se Milano, che è comune capofila, ha abbandonato il Fondo. E la tensione per una decisione presa senza alcun dialogo fra i comuni della Città Metropolitana, di cui fanno parte da paesi di piccole dimensioni della cintura milanese ma anche Sesto San Giovanni che conta 82mila abitanti, è alta.

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