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Il caso degli asili e nidi privati: a Milano 4 su 10 rischiano la chiusura definitiva

A Milano circa il 40 per cento degli asili e nidi privati rischia la chiusura definitiva: le strutture che rappresentano la metà dell’offerta alle famiglie nell’età prescolare 0-6 anni sono infatti state chiuse. Con l’assenza delle rette e di un mancato sostegno da parte del governo il pericolo è che possano non riaprire: “I genitori quando tutto sarà finito potrebbero trovato i cancelli delle nostre strutture chiuse”, spiga Cinzia D’Alessandro del comitato EduChiAmo.
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A cura di Chiara Ammendola
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A Milano sono tante le piccole e medie imprese che hanno dovuto chiudere i battenti a causa dell'emergenza coronavirus. Non si sa se e quando potranno riprendere le loro attività: le misure restrittive varate dal governo per contenere la diffusione del virus sono state prolungate almeno fino al 13 aprile. Intanto però i costi di gestione tra stipendi del personale, locazione e utenze restano, e senza entrate c'è il rischio di una chiusura definitiva per tante attività: tra queste ci sono anche gli asili e nidi privati che proprio nel capoluogo lombardo rappresentano un bene prezioso. In Lombardia gli asili nido e le scuole d'infanzia private sono oltre 1.400, a Milano sono 250 oltre a 120 strutture convenzionate con il Comune che seguono 5mila bambini). Numeri altissimi giustificati dalla forte richiesta delle famiglie milanesi che trovano appoggio nelle strutture private là dove le struttura pubbliche non riescono a garantire l'accoglienza di tutti i bambini: secondo gli ultimi dati Istat infatti quasi la metà della copertura scolastica nella fascia d'età 0-6 anni è garantita proprio dalle strutture private.

Nessuna misura di supporto per i nidi e gli asili privati nel decreto Salva Italia

Ma in questi giorni in cui gli asili sono chiusi e i bimbi sono a casa con i genitori, anche le rette sono state sospese fermando di fatto qualunque tipo di attività da parte delle strutture scolastiche private. In alcune occasioni alle famiglie sono state rimborsate anche le rette già pagate per i mesi in arrivo, mesi che di fatto non saranno sfruttati, come è giusto che sia: "Purtroppo, il decreto Salva Italia, non contiene interventi a misura di queste realtà che, costrette alla chiusura per prime hanno mantenuto praticamente tutti i costi fissi a loro carico – spiega a Fanpage.it Cinzia D’Alessandro, portavoce nazionale del comitato nazionale EduChiAmo – senza poter più contare sul contributo dei genitori che, in molte situazioni è venuto a mancare, per ovvi motivi di disagio delle famiglie stesse, colpite dalla crisi generale del mondo del lavoro, prima feroce conseguenza di questa emergenza sanitaria".

Quando tutto sarà finito i genitori rischiano di trovare i cancelli chiusi

Il comitato EduChiAmo è nato per tutelare i diritti educativi dei bambini e la sopravvivenza di scuole e nidi privati, centri per infanzia e servizi educativi in questo momento di emergenza: "Alla fine dell'emergenza sanitaria, la gran parte delle famiglie che affidano i loro bambini ad asili nido e scuole materne private troverà i cancelli chiusi – spiega D'Alessandro – in mancanza di aiuti pubblici, le rette non pagate stanno già minando la sopravvivenza di queste strutture educative". Confcommercio Milano dal canto suo evidenzia un passaggio di una lettera che Assonidi ha di recente inviato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Nascerà – scrive l'associazione – un'ulteriore emergenza sociale per la Nazione: la mancanza di posti per soddisfare le richieste delle famiglie quando inizierà la ripresa del mondo produttivo italiano". In questo senso il comune di Milano ha chiesto alla regione Lombardia di utilizzare le risorse della misura ‘nidi gratis', che i Comuni non hanno utilizzato, per creare un fondo da destinare alle famiglie o direttamente agli asili nido privati in difficoltà.

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