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Ha fatto l’avvocato per vent’anni senza essersi mai iscritto all’Ordine

La Procura di Milano sta indagando su un uomo accusato di aver esercitato abusivamente la professione di avvocato per vent’anni. Il sedicente legale sarebbe anche un evasore: troppa la discrepanza tra redditi dichiarati e stile di vita, tra Porsche e case al mare e in montagna.
A cura di Francesco Loiacono
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Ha esercitato per vent'anni, in tutta Italia, la professione di avvocato. Eppure il sedicente legale, che affermava anche di essere un professore all'Università di Trento, non era nessuna di queste cose. Non è mai stato iscritto all'Ordine degli avvocati, né ha mai insegnato a Trento. La vicenda, che sembra più materia da fiction, è raccontata dal Corriere. Che scrive anche come, oltre a non avere i requisiti per svolgere la sua professione, Fabio Franco Accinelli, il presunto abusivo, sia indagato dalla procura di Milano per evasione fiscale. Secondo il pubblico ministero Alessandra Dolci, infatti, emergerebbe una sproporzione troppo grande tra i redditi dichiarati dal "professionista" e il suo tenore di vita. Evidenziato da case in montagna e al mare, in località esclusive come Courmayeur, Santa Margherita Ligure e Rapallo, oltre che da più residenze nell'hinterland milanese, a Basiglio e Peschiera Borromeo. Come se non bastasse, Accinelli girava a bordo di una Audi da 50mila euro e di una Porsche 911 Carrera Turbo, come hanno evidenziato gli uomini del Gico della Guardia di Finanza di Venezia.

Sequestrati tutti i beni del sedicente avvocato

Adesso tutti questi beni, per un valore stimato di 3 milioni di euro, sono stati sequestrati ai fini di una futura confisca dai giudici Andrea Nosenzo, Guido Zucchetti e da Fabio Roia, presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Milano. Ai giudici il pm Dolci ha anche presentato la richiesta di misure di sorveglianza speciale per 18 mesi nei confronti del sedicente avvocato. Che, nel corso di vent'anni di professione, era arrivato anche ad alto livello: qualche tempo fa aveva infatti assistito un coindagato di Piergiorgio Baita nell’inchiesta sul Mose di Venezia. Adesso, per difendersi, dovrà ricorrere per forza a qualcun altro.

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