Greco, residenti contro la mensa per i poveri: “Qui non la vogliamo”
La sindrome Nimby (Not in my back yard) colpisce anche gli abitanti del quartiere Greco, a Milano. A scatenare le proteste di alcuni cittadini, costituitisi nel comitato Greco in movimento per Greco, il progetto di un refettorio per i poveri che dovrebbe partire in zona il prossimo maggio in contemporanea con l'inizio dell'Expo. Non si tratta di egoismo, precisano i residenti, ma della constatazione che l'apertura di una mensa per i poveri e di una casa di accoglienza vicino all'oratorio, all'asilo nido e alla scuola elementare del quartiere potrebbe comportare gravi disagi per i cittadini. Per questo, il neo-costituito comitato ha scritto al cardinale Angelo Scola, che ad aprile aveva partecipato alla conferenza stampa del progetto, per chiedergli un incontro nel quale esporre il loro punto di vista sul refettorio. Una prima replica però è già arrivata dal direttore della Caritas ambrosiana, don Roberto Davanzo: "Vorrei solo far osservare che progetti come questo portano ordine, non disordine. E che la vicinanza tra una iniziativa di carità e un oratorio, oltre che una scuola, è parte educativa non secondaria di questo progetto".
Il progetto della mensa per i poveri a Greco
Il progetto del "Refettorio ambrosiano" è nato da un'idea dello chef stellato Massimo Bottura e del regista Davide Rampello, che hanno poi coinvolto la Diocesi di Milano e la Caritas. Al progetto partecipano il Politecnico di Milano, che curerà la ristrutturazione, e alcuni dei principali artisti contemporanei che contribuiranno all'arredo degli spazi interni. Bottura ha invece coinvolto 40 colleghi, chef famosi, per l'idea alla base del progetto: cucinare gli "scarti" provenienti dai padiglioni di Expo 2015 per non sprecarli, ma anzi trasformarli in pietanze di qualità da dare alle persone più bisognose. Il luogo individuato è l'ex teatro annesso alla parrocchia di San Martino in Greco, una sala risalente agli anni Trenta, e ormai in disuso. Il progetto dovrebbe proseguire anche oltre il termine dell’Esposizione, gestito dalla Caritas.