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Gori: “Sconcertante che la Lombardia non abbia trovato soluzioni, necessario si faccia autocritica”

“Credo sia abbastanza sconcertante che la Lombardia non abbia trovato soluzioni all’epidemia da Covid, al contrario del Veneto. Fare autocritica, ora, è necessario”. Così il sindaco di Bergamo Giorgio Gori in un’intervista rilasciata a La Stampa in cui parla dello tsunami che ha investito la Bergamasca e dei timori per il futuro.
A cura di Filippo M. Capra
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Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori torna a parlare di un eventuale commissariamento della Regione Lombardia, ipotesi da lui non avallata durante il pieno dell'emergenza Coronavirus che ha travolto la Lombardia e, specialmente, la Bergamasca. "Quando se ne è parlato, ho ritenuto non fosse una buona idea perché eravamo nel pieno del disastro", ha detto il primo cittadino della città orobica, spiegando che quella decisione avrebbe "destabilizzato il poco che si stava facendo". Ora che la tempesta è passata, però, Gori sottolinea che "fare autocritica è necessario". A tal proposito, il sindaco di Bergamo giudica come "segnale eloquente" il cambio del direttore generale della Sanità lombarda.

Gori: Sconcertante che la Lombardia non abbia trovato soluzioni

Nell'intervista rilasciata al La Stampa, Gori spiega di non provare alcuna invidia nei confronti del presidente della Lombardia Attilio Fontana. "Sarebbe stato complicato anche per me", ammette, prima di spiegare come, ad esempio, il Veneto abbia affrontato in maniera diversa l'emergenza sanitaria che ha travolto la regione: "Hanno comprato macchinari, producendo reagenti", sottolineando quindi come il fatto che la Lombardia non abbia trovato soluzioni sia "abbastanza sconcertante". Poi, il sindaco di Bergamo risponde a chi gli chiede se ha avuto paura, rivelando di essere dubbioso su un suo eventuale contagio: "Ho avuto mal di gola per un mese, non so se fosse Covid, non ho fatto ancora nessun test".

Il sindaco di Bergamo: Il rischio ora è essere poco efficaci

Il maggiore rischio, ora, in quella che viene ancora chiamata fase 2 ma assomiglia più a una primissima fase 2, è quello di essere "poco chiari e poco efficaci". Gori ribadisce che "dobbiamo decidere come funzioneranno le scuole a settembre e organizzare il trasporto pubblico locale". Per farlo, però, serve una decisione che non lasci spazio a dubbi e fraintendimenti e che, soprattutto, non cambi "ogni cinque minuti". Infine il sindaco di Bergamo ha rivelato di temere "moltissimo quello che accadrà in autunno. Non abbiamo ancora visto i licenziamenti".

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