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Gli animalisti: “Combattimenti clandestini tra galli e cani nel campo rom”

La denuncia del presidente dell’Aidaa: “Nel campo rom di via Roserio a Milano combattimenti clandestini tra galli e tra cani di grossa taglia”. La Procura ha trasmesso gli atti alla Forestale, che condurrà le indagini. Si rischiano pene fino ai 3 anni di reclusione.
A cura di Francesco Loiacono
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Combattimenti clandestini tra galli e tra cani nei campi rom di Milano. È quanto sostiene l'Aidaa, Associazione italiana difesa animali e ambiente, che in una denuncia alla Procura della Repubblica milanese, risalente allo scorso dicembre, ha segnalato la questione chiedendo di intervenire. Secondo il presidente dell'associazione, Lorenzo Croce, i combattimenti clandestini tra animali vengono organizzati prevalentemente all'interno del campo rom di via Roserio, alle spalle dell'ospedale Sacco. Non mancano, però, le occasioni in cui i combattimenti si sono verificati anche nella zona della stazione di Lambrate e vicino alle stazioni della metro di Pasteur, tra viale Monza e via Padova. Intorno a queste lotte tra animali, che terminano spesso con la morte di uno dei due animali che si fronteggiano, c'è un giro illegale di scommesse di diverse migliaia di euro. Anche per questo, la procura ha incaricato il Nipaf, nucleo investigativo provinciale di polizia ambientale e forestale di Milano, di svolgere delle indagini per accertare quanto denunciato dall'Aidaa.

Si rischiano pene fino a 3 anni di reclusione

Il presidente dell'associazione sarà mercoledì nella sede del Nipaf, in via Vitruvio, dove nel frattempo sono stati trasferiti tutti i fascicoli sulla vicenda. Oltre ai galli, i combattimenti clandestini vengono organizzati, secondo l'Aidaa, anche tra cani di grossa taglia. I combattimenti tra galli sono molto diffusi nel Sud-Est asiatico. In Italia, l'articolo 544 del codice penale e i suoi vari commi puniscono chi uccide, maltratta o organizza spettacoli e combattimenti tra animali mettendone in pericolo l'integrità fisica: le pene possono arrivare fino a tre anni di reclusione.

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