Gli amici salutano Elia, morto in gita con la scuola a Expo. La mamma: “Ora la verità”
Sul profilo Facebook di Elia Barbetti, 17enne di San Vincenzo (Livorno) morto a Milano nella notte tra mercoledì e giovedì in circostanze tragiche, è difficile trovare una foto nella quale il ragazzo non sia assieme a qualche amico. Basterebbe questo, forse, per capire quanto lo studente del liceo Enrico Fermi di Cecina, precipitato dal sesto piano di un hotel in zona Turro mentre era in gita con la sua scuola per visitare l'Expo, fosse attaccato alla vita, agli amici, allo sport. Come il calcio, sua grande passione e attività nella quale il giovane riusciva molto bene, a detta di tutti.
Elia incarnava la gioia di vivere
Il dolore e la sorpresa per la sua tragica morte, avvenuta secondo indiscrezioni della procura di Milano per una caduta accidentale, dovuta forse a un eccesso di alcol e spinelli consumati nella notte, traspaiono dai tanti commenti che hanno iniziato a inondare la bacheca Facebook del ragazzo non appena si è diffusa la notizia del suo decesso: "Addio campione", è la frase più ricorrente, ma il profilo del ragazzo pullula di amici e conoscenti che hanno voluto postare una foto insieme a Elia, una canzone, un ricordo di qualche esperienza trascorsa insieme. A Cecina, nel liceo Enrico Fermi, i professori ricordano il ragazzo come l'incarnazione della gioia di vivere. Tutti parlano di una tragedia improvvisa e imprevedibile, c'è chi non riesce a trattenere le lacrime.
La mamma: "Ora la verità"
E c'è chi, come la mamma del ragazzo, pretende giustamente che si faccia immediatamente chiarezza sulla morte di suo figlio. La donna, Sara Rabà, ha detto che cercherà di arrivare alla verità su quanto accaduto con ogni mezzo. Ha chiesto chiarezza ai professori, si attende che i compagni di stanza di Elia non le nascondano niente. Per ora, d'altronde, i ragazzi non hanno mostrato alcun segno di reticenza. Quando gli investigatori sono entrati nella loro stanza dormivano profondamente per i postumi di una notte brava a base di alcol e marijuana che loro non hanno negato. Per ora si ipotizza che Elia si sia sporto dalla finestra in cerca di una boccata d'aria fresca e abbia poi perso l'equilibrio. Il davanzale è alto circa un metro: poco in relazione al suo metro e ottanta.
La procura cerca chi ha procurato la droga
Gli inquirenti danno adesso la caccia a chi ha spacciato la droga ai ragazzi. Lo spaccio è une delle due ipotesi di reato – l'altra è morte come conseguenza di altro reato – a carico di ignoti, contenute nel fascicolo di indagine aperto dalla procura di Milano. Se ne occupano gli investigatori della squadra movile di Milano, coordinati dal procuratore aggiunto Alberto Nobili e dal pubblico ministero Piero Basilone, che era di turno il giorno della morte di Elia e si è subito recato sul luogo della tragedia, il Camplus living hotel di Turro.
La "maledizione di Expo": Elia come Domenico
In tanti, ed era inevitabile, hanno paragonato la tragedia di Elia a quella di Domenico Maurantonio. Troppe le similitudini: la gita a Expo, una notte di "eccessi", dalla quale in fin dei conti siamo passati tutti, a quell'età. E poi, purtroppo, un tragico volo nel vuoto. Speriamo che però le similitudini finiscano qui. Per non far sì che altri genitori debbano aspettare mesi per sapere cosa è successo al loro figlio. Per non mettere avventatamente sul banco degli imputati persone – come i compagni di classe di Domenico – che poi si sono dimostrate estranee alla sua tragica fine. Per non aggiungere dolore al dolore. Adesso c'è da attendere solo che i risultati dell'autopsia – che sarà eseguita sabato – confermino le ipotesi degli inquirenti, già corroborate dalle prime testimonianze dei compagni di stanza di Elia. O che comunque si arrivi alla verità sulla morte del ragazzo in tempi brevi. Elia, intanto, sembra più vivo che mai, nei ricordi delle tante persone che gli hanno voluto bene.