Giovane migrante trovato impiccato al muro della ferrovia a Milano
Lo hanno trovato impiccato al muro della ferrovia lungo via Ferrante Aporti, vicino alla stazione Centrale di Milano. Nonostante i soccorsi, per un giovane di origine africana, probabilmente uno dei tanti migranti che vivono nei pressi della stazione del capoluogo lombardo, non c'è stato nulla da fare: trasportato all'ospedale Niguarda in fin di vita, il ragazzo è morto poco dopo il suo arrivo.
La tragedia, avvenuta questa mattina a Milano, riaccende i riflettori sulla questione dell'immigrazione. Fenomeno del quale il maxi-blitz della scorsa settimana, che ha comportato più polemiche che non risultati concreti, ha evidenziato solo un aspetto, quello legato alla sicurezza e all'ordine pubblico. Ma l'aspetto più grande è quello umanitario: legato al destino di persone che, come il ragazzo di questa mattina, arrivano nel nostro Paese in cerca di un futuro ma si ritrovano senza punti di riferimento, senza possibilità concrete di integrazione, in una zona grigia dalla quale è spesso difficile uscire.
Il ragazzo morto questa mattina non aveva con sé documenti. Le indagini dei carabinieri della compagnia Monforte hanno appurato che si tratta di un 31enne del Mali, in Italia da circa un anno e mezzo. Quasi sicuramente si è trattato di un gesto volontario: non è stata disposta nemmeno l'autopsia.
Il cordoglio del Comune
Dopo la notizia della morte del ragazzo Palazzo Marino ha espresso il proprio cordoglio con una nota: "L’amministrazione comunale esprime cordoglio e dolore per il giovane uomo trovato senza vita questa mattina in via Ferrante Aporti. Il ragazzo di origine straniera non aveva con sé documenti o segni di riconoscimento e non risulta tra gli assistiti presso l’hub di via Sammartini o presso le strutture di accoglienza del Comune di Milano. L’Amministrazione ritiene indispensabile insistere, ancora più di prima, a sostegno delle buone pratiche di accoglienza e integrazione".