Giorgia Benusiglio: “Quasi morta per mezza pasticca di ecstasy, oggi parlo di droga ai giovani”
La sua pagina su Facebook è seguita da oltre 50mila persone, soprattutto giovani. Un numero invidiabile, soprattutto perché si parla di un tema che non sempre fa presa sui ragazzi: la prevenzione in tema di droghe. Ma Giorgia Benusiglio, milanese classe 1982, ha trovato il modo di farsi ascoltare: "Sono seguita tanto sui social dai ragazzi perché hanno bisogno di un esempio positivo, hanno bisogno di parlare ma soprattutto vedono in me una persona che non li giudica". Già, perché Giorgia non è una dei tanti adulti che fanno finti moralismi o prediche. Lei stessa, da giovane, ha sperimentato in prima persona cosa può accadere assumendo della droga. E ne ha pagato le pesanti conseguenze.
Alla fine del 1999 Giorgia, allora appena 17enne, assunse mezza pasticca di ecstasy in discoteca. La droga sintetica era però tagliata male e Giorgia finì in ospedale: "Nel giro di una settimana mi sono ritrovata con il fegato in necrosi – racconta la 36enne a Fanpage – mi presero letteralmente per i capelli. Avevo solo sei ore di vita, i medici hanno tentato un trapianto in extremis che durò 17 ore e mi sono salvata". Da allora però Giorgia si è ritrovata ad essere una paziente a vita: "Devo assumere ogni giorno un farmaco", spiega, che è il suo "salvavita" ma ha causato anche gravi problemi di salute.
Da 12 anni Giorgia gira per le scuole per raccontare la sua storia
"Il trapianto è la cosa più bella che ci possa essere se sei malata in attesa di un organo. Ma tu sei sana e per una cavolata, perché non sei stata in grado di divertirti in maniera normale e sei andata a cercare un divertimento effimero ti ritrovi ad essere una paziente per il resto della tua vita, arrivare a perdonarsi non è facile". Giorgia dice che ancora non si è perdonata: "Per cercare di sopravvivere ho cercato di trasformare questo evento negativo in qualcosa di positivo. Non solo per me stessa, ma anche per gli altri". Ecco allora che è iniziato il percorso di informazione nelle scuole per raccontare ai giovani i rischi insiti nell'utilizzo di sostanze stupefacenti, un percorso che va avanti da 12 anni: "Non voglio fare finti moralismi, non voglio fare prediche. Soprattutto non sono per il proibizionismo – spiega – I ragazzi di oggi sanno tutti che la droga fa male, ma pochi sanno che basta anche una singola assunzione per finire all'aldilà. E questa è la cosa più grave in assoluto perché oggi molti ragazzi sono policonsumatori occasionali. Non stiamo parlando di un ragazzo tossicodipendente, ma di un ragazzo che una sera va in discoteca e fa una cavolata: e quella cavolata la può pagare a caro prezzo".
La storia di Giorgia ha ispirato un film: La mia seconda volta
La storia di Giorgia ha ispirato un film nelle sale dal 21 marzo, il cui titolo è emblematico: "La mia seconda volta". La pellicola, diretta da Alberto Gelpi e con un cast che comprende Aurora Ruffino, Simone Riccioni, Mariachiara Di Mitri, Federico Russo, Ludovica Bizzaglia, Luca Ward, Isabel Russinova e Daniela Poggi, è incentrata su una storia di rinascita e vuole trasmettere ai giovani e alle famiglie il messaggio che la droga è pericolosa. Lo stesso messaggio che Giorgia continuerà a portare avanti nelle scuole di tutta Italia: "Finché ci sarà l'ultimo ragazzo sul cucuzzolo della montagna che avrà necessità di ascoltarmi, io la farò – dice sorridente e determinata – Non smetto finché ci saranno loro a dirmi di continuare a farlo. Il giorno che capirò che non faccio più leva su di loro smetterò: ma fino ad allora vado avanti".