Ghedi, parla il killer di Guido Bettoni: “L’ho ucciso per la droga”
Avevano litigato per motivi legati allo spaccio di droga, attività che li aveva fatti conoscere e legare. Nessuno dei due avrebbe mai pensato che quella discussione sarebbe sfociata in follia omicida. Diventano sempre più chiari i contorni del delitto di Guido Bettoni, il 37enne bresciano scomparso da casa lo scorso venerdì e ritrovato cadavere nella notte tra l'1 e il 2 agosto, seppellito in una campagna di Ghedi. Il suo killer reo confesso, Lamberto Lombrici, operaio di 42 anni, è stato prima arrestato e poi trasferito nel carcere di Canton Mombello. Dovrà rispondere di omicidio aggravato dai futili motivi e di occultamento di cadavere aggravato, a sua volta, dal tentativo di ripulirne le tracce. L'assassino è crollato dopo ore di interrogatorio, che hanno permesso agli inquirenti di ricostruire con precisione l'intera vicenda.
Tutto è cominciato venerdì scorso, quando Guido Bettoni scompare improvvisamente dalla propria abitazione di Brescia. A lanciare per prima l'allarme è la madre Lodovica, che prima di coinvolgere le forze dell'ordine affida un appello disperato ai social network. "Mio figlio manca da casa da venerdì sera. Si chiama Guido Bettoni, è alto circa 1.67, corporatura esile. Chiunque lo vedesse ci contatti immediatamente per favore", ha scritto sul suo profilo Facebook. Poi la tragica scoperta: il suo corpo senza vita è stato sotterrato in un una buca ricoperta da rovi e sterpaglie nelle campagne di Ghedi, sempre nel bresciano. A condurre lì le forze dell'ordine è proprio l'assassino, che è crollato davanti alle domande incessanti degli inquirenti.
Lombrici e la vittima si erano incontrati venerdì sera nell'appartamento del primo. Hanno cominciato a discutere per motivi legati allo spaccio di droga. Bettoni, infatti, procurava e spacciava la cocaina, il killer, da consumatore, sarebbe poi entrato nello stesso giro d'affari in un secondo momento. Ma qualcosa va storto, e Guido comincia ad accusare il complice di tenersi per lui gli stupefacenti da mettere in commercio. Per mettere fine a quella discussione, Lombrici prende un coltello da cucina e lo colpisce per almeno 15 volte. Poi pulisce tutto, carica il cadavere nel bagagliaio della sua macchina, una Seat Leon, si cambia d'abito e getta l'arma del delitto, che ancora non è stata trovata, nei cassonetti disseminati lungo le strade della provincia. Passeranno almeno 24 ore dal suo decesso, prima che il cadavere del 37enne finisca nelle campagne bresciane.