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Gallera: “Il sistema sanitario lombardo è un modello su scala internazionale”

“Il commissariamento? A parte che non è previsto dalla legge per le motivazioni per cui è stato richiesto, ma sono certo che la stragrande maggioranza dei lombardi non lo vorrebbe”. Così l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera rispetto alla richiesta delle opposizioni di toglierlo dall’incarico dopo la gestione dell’emergenza Covid.
A cura di Filippo M. Capra
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Tra le tante polemiche in cui è finito per aver totalmente sbagliato a spiegare il valore dell'indice di contagio Rt lombardo, l'assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera ha fatto chiarezza anche sull'ipotesi di commissariamento della sanità. Gallera, durante una conferenza stampa a Mantova, utile per parlare della plasmaterapia, ha spiegato che "il nostro sistema sanitario è da sempre il più apprezzato a livello nazionale. È giudicato come modello anche su scala internazionale, come testimoniano le migliaia di persone che ogni anni chiedono e ottengono di venirsi a curare in Lombardia".

Gallera: La stragrande maggioranza dei lombardi non vuole il commissariamento

Poi, l'assessore ha aggiunto: "Il sistema lombardo è quello che, ancor oggi, in questa emergenza mette per esempio a disposizione di chi ha bisogno sacche di sangue in diverse zone d’Italia". Gallera ha risposto duramente alle "manifestazioni di piazza" che vogliono "far mutare il nostro comportamento verso chi ha bisogno", asserendo che "questo è stato e continuerà a essere il nostro modo di fare". L'assessore alla sanità ha risposto infine alla domanda sulla richiesta di commissariamento, dichiarando che "al di là che non è previsto dalla legge per le motivazioni che qualcuno richiede, sono certo che la stragrande maggioranza dei lombardi non lo vorrebbero e che certi modi di fare politica fanno solo male alla collettività". L'assessore, quindi, non cita alcun eventuale errore commesso durante la gestione dell'emergenza Coronavirus, ma si rifà ad una strategia politica degli avversati. "Tutto questo – ha infine concluso l'assessore – al netto delle minacce e delle scritte vergognose apparse sui muri negli ultimi giorni", in riferimento al murale comparso a Milano che recitava "Fontana assassino".

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