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Furto in un campo: rubati 20 chili delle rinomate cipolle rosse di Breme

Due ladri,  L.P., 52 anni di Borgo San Siro e M.P., 27 anni di Tromello, sono stati denunciati per furto dai carabinieri. I due sono stati bloccati dai militari in flagrante, proprio mentre stavano rubando le cipolle. I carabinieri del comando Stazione di Sartirana Lomellina sono stati allertati dal proprietario del campo.
A cura di Enrico Tata
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Venti chili di cipolle, il loro bottino. Ma non si tratta di cipolle normali, sono quelle di Breme, pregiate e coltivate solamente in una piccolissima parte della Lomellina in Lombardia. Meno famose, forse, ma qualitativamente molto simili a quelle rosse di Tropea. Due ladri,  L.P., 52 anni di Borgo San Siro e M.P., 27 anni di Tromello, sono stati denunciati per furto dai carabinieri. I due sono stati bloccati dai militari in flagrante, proprio mentre stavano rubando le cipolle. I carabinieri del comando Stazione di Sartirana Lomellina sono stati allertati dal proprietario del campo.

La Cipolla Rossa di Breme, si legge sul sito dell'omonimo comune, viene detta “sigulla” in dialetto

ed è la particolare varietà di cipolla che viene coltivata nel territorio che circonda l’abitato di Breme, in provincia di Pavia. La sua storia comincia circa dieci secoli fa: nel 906 d.c. i monaci della Novalesa giunsero a Breme e, come riportato da un’antica Cronaca, “videro che quel luogo era ubertoso, ameno e fruttifero”, lo elessero a sede della Congregazione, ritenendolo “la migliore di tutte le città costruite nel Contado di Lomellina”. Il sapore della Cipolla di Breme, persistente ma pacato, assolutamente unico e irriproducibile altrove, è ben definito dall’affettuoso soprannome che i suoi estimatori le hanno dato: “La Dolcissima”.

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