Frecciarossa deragliato, la rabbia dei ferrovieri in sciopero: “Ora non ci sentiamo più sicuri”
"Prima di questo incidente avevo la certezza della sicurezza. Oggi devo sapere che, oltre a chi fa il lavoro, c'è anche qualcuno di esterno che lo certifica. Dovrebbero cambiare le procedure". All'indomani della tragedia del Frecciarossa 9595 deragliato in provincia di Lodi, in cui hanno perso la vita due macchinisti, i ferrovieri sono in sciopero. La mobilitazione proclamata da Filt, Fit, Uilt, Fast, Ugl è prevista dalle 12 alle 14 di oggi, venerdì 7 febbraio. Dalle dalle 9 alle 17 si ferma il personale di Usb, Cat, Cub e Sgb. Giovanni Abimelech, segretario regionale Fit Cisl, intervistato da Fanpage.it non nasconde il senso di smarrimento provocato da un incidente che nessuno si aspettava, il primo in quindici anni sull'alta velocità. "C'è sempre stata grande attenzione alla sicurezza, gli interventi quando sono necessari vengono eseguiti subito. Siamo noi a esportare i sistemi di sicurezza, ce li invidiano in tutto il mondo. Per questo quando succede qualcosa del genere restiamo increduli".
L'incidente potrebbe essere stato provocato da un errore umano nella manutenzione. Come se lo spiega?
Se l'incidente è stato causato da un errore umano, come è stato ipotizzato, noi non vogliamo puntare il dito contro nessuno. Nessun tecnico o ingegnere esce di casa per ammazzare le persone. Se qualcosa non ha funzionato vuol dire che le procedure non bastano più, bisogna cambiare qualcosa.
Cosa non ha funzionato?
C'è una squadra che lavora, non un singolo operaio. Se ne sono dette tante: che hanno messo male i morsetti, che hanno sbagliato per la stanchezza. Potrebbe essere successa qualsiasi cosa, evidentemente rispetto alla manutenzione quella squadra non era più in grado di certificare quel lavoro. È chiaro allora che qualcun altro doveva certificarlo con un occhio distante e valutarlo. Altrimenti non si spiega come quattro o cinque persone che hanno lavorato insieme sul deviatoio se ne siano andate tutte convinte di aver fatto un lavoro a opera d'arte. Serve qualcuno di esterno. Evidentemente la certificazione non era adeguata.
Come avviene la comunicazione del lavoro eseguito?
C'è un caposquadra che deve certificare il lavoro fatto. Questo viene poi comunicato agli uffici, alla sala operativa e poi va nel sistema. È quello che avviene in tutti i sistemi ferroviari. Le comunicazioni avvengono attraverso dei fonogrammi.
La tecnologia ha funzionato?
Sì, è stata provvidenziale. Oggi piangiamo Giuseppe e Mario, ma poteva succedere qualcosa di veramente disastroso. I materiali hanno tenuto, i vagoni sono rimasti sui binari e il treno successivo si è fermato in tempo grazie ai sensori.