Fontana sulla gestione dell’emergenza: “In Lombardia non abbiamo fatto errori”
Dalla mancata istituzione della zona rossa alla delibera che ha inviato alcuni malati di Covid-19 nelle Rsa, le residenze sanitarie assistenziali per anziani. Dall'ospedale in Fiera al depotenziamento della medicina territoriale: per il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, non c'è stato alcun errore nella gestione dell'emergenza coronavirus. Lo ha detto in un'intervista a Piero Colaprico sul quotidiano "La Repubblica", nella quale ha ribattuto a tutte le contestazioni che vengono fatte ormai da settimane da più parti, non solo a livello politico ma anche dagli stessi medici di base.
Fontana è partito da una buona notizia, quella inerente l'indice di contagio Rt della Lombardia che ieri, secondo quanto comunicato dall'Istituto superiore di sanità, è sceso allo 0,51. I dati sul contagio comunicati ieri da Palazzo Lombardia, in effetti, sono stati molto positivi: su oltre 19mila tamponi sono stati trovati 293 casi di contagi, per un rapporto tra tamponi e positivi dell'1,5 per cento, il più basso in assoluto dall'inizio dell'epidemia. "I nostri numeri miglioreranno e non sarà necessario tenerci chiusi", ha spiegato il governatore in merito all'ipotesi che la riapertura degli spostamenti tra regioni a partire dal prossimo 3 giugno sia limitata alle regioni con rischio contagio più basso.
Fontana ha poi negato ogni tipo di responsabilità della Regione nella mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombardo, giudicata un errore, smentendo il suo assessore al Welfare Giulio Gallera che aveva detto che la Regione avrebbe potuto istituirla: "Ha sbagliato – ha detto il governatore -. Esiste una valutazione giuridica di Sabino Cassese, che parla di iniziativa nelle mani del governo e quest’impostazione è stata confermata dalla direttiva del ministro dell’Interno ai prefetti". Nessun errore anche sulla delibera dell'8 marzo che consentiva di trasferire malati Covid-19 a bassa intensità in quelle Rsa che presentassero determinati requisiti: "Alla nostra richiesta hanno aderito solo 15 strutture su 708", ha detto Fontana, ricordando comunque come il virus circolasse già da gennaio e sottolineando di aspettare, sul Pio Albergo Trivulzio in particolare, l'esito della commissione d'inchiesta istituita dalla stessa Regione.
Sull'ospedale in Fiera: Anche a Berlino struttura simile, sono scemi anche loro?
Fontana ha negato errori nella gestione dell'emergenza anche per quanto riguarda le carenze di mascherine, tamponi e reagenti – "sono competenza esclusiva dello Stato" – e la questione dell'ospedale in Fiera a Milano, una struttura costata oltre 17 milioni di euro – "fondi donati dai privati" – che ha ospitato solo 25 pazienti: "Nonostante la Germania abbia sei volte i nostri posti in terapia intensiva, Berlino ha organizzato un ospedale simile. Saranno scemi anche loro?". Nel corso dell'intervista il governatore ha ribattuto anche a chi, come perfino l'ex presidente Roberto Formigoni, ha criticato il depotenziamento della medicina territoriale a scapito degli ospedali: "La situazione è degenerata in modo tale che i medici di base non avrebbero potuto fare niente". Insomma, per Fontana, che già in passato ha più volte sottolineato di essere in pace con la propria coscienza e di essere pronto a rifare le scelte fatte, la Regione non ha sbagliato praticamente nulla.