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Fiera di Milano, Regione Lombardia: “Nessuna decisione presa sulla chiusura dell’ospedale”

“Non è stata presa alcuna decisione” sul futuro dell’ospedale alla Fiera di Milano. Lo ha comunicato Regione Lombardia in una nota dopo che Antonio Pesenti, direttore della Rianimazione del Policlinico di Milano, che gestisce la struttura, ha rivelato in un’intervista a Fanpage.it l’intenzione di chiudere nell’arco di due settimane l’attività nella struttura costata 21 milioni di euro.
A cura di Redazione Milano
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Sul futuro dell'ospedale alla Fiera di Milano "non è stata presa alcuna decisione". Lo ha comunicato Regione Lombardia dopo la notizia della chiusura nell'arco di due settimane della struttura, rivelata in un'intervista rilasciata a Fanpage.it da Antonio Pesenti, direttore della Rianimazione del Policlinico di Milano, che gestisce la struttura realizzata nei padiglioni fieristici.

Ospedale in Fiera, la nota di Regione Lombardia dopo le rivelazioni di Fanpage

"Io penso che noi a breve chiuderemo l'attività della Fiera se le cose vanno avanti così e a breve intendo entro un paio di settimane", ha detto Pesenti ai microfoni di Fanpage. La nota di Regione Lombardia evidenzia che "sia per l'ospedale della Fiera di Milano, sia per le altre strutture lombarde impegnate prevalentemente al contrasto del coronavirus, si è ancora in una fase di valutazione generale e non è stata presa alcuna decisione".

La struttura simbolo del flop nella gestione dell'emergenza coronavirus

La struttura, costata 21 milioni di euro e che a regime potrebbe accogliere 205 pazienti, ha ospitato finora solo 25 persone. Per molti è il simbolo del flop della Regione Lombardia nella gestione dell’emergenza coronavirus. Il professor Pesenti ha spiegato con una metafora quello che a suo parere è lo scopo dell'ospedale da campo. "Ha mai preso un traghetto? Sui traghetti ci sono le scialuppe di salvataggio. Che senso ha avere delle scialuppe di salvataggio? Noi abbiamo chiesto di avere a disposizione dei letti nel caso l'epidemia avesse continuato a crescere. Al 10 di marzo – ha spiegato il professore a Fanpage.it – nessuno poteva prevedere dove si sarebbe fermata l'epidemia. Sa che c'erano delle previsioni catastrofiche: fino a 140mila posti di terapia intensiva occupati in Italia".

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