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Felice Maniero fa ricorso al Riesame. Il legale: “Il carcere è misura eccessiva”

L’avvocato di Felice Maniero ha depositato questa mattina istanza al tribunale del Riesame di Brescia per chiedere l’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare che nelle scorse settimane ha fatto finire in carcere l’ex boss del Brenta accusato di violenza domestica sulla compagna. Maniero nel frattempo è stato trasferito dal carcere di Bergamo a quello di Voghera.
A cura di Chiara Ammendola
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Felice Maniero (Archivio LaPresse)
Felice Maniero (Archivio LaPresse)

Ha depositato istanza al tribunale del Riesame di Brescia l'avvocato di Felice Maniero, l'ex boss della Mala del Brenta arrestato lo scorso 19 ottobre a Brescia con l'accusa di maltrattamenti in famiglia, percosse e violenze psicologiche ai danni della compagna. Il legale di Maniero ha deciso di chiedere l'annullamento dell'ordinanza di custodia cautelare che lo ha fatto finire in carcere nelle scorse settimane: "Per gli episodi contestati siamo davanti ad una misura sproporzionata", le parole dell'avvocato Luca Broli, difensore di Maniero che a sua volta durante l'interrogatorio di garanzia aveva raccontato al giudice per le indagini preliminari di Bergamo Maria Luisa Mazzola che si era trattato solo di qualche litigio in famiglia per motivi economici "a volte dai toni un po' accesi ma con al massimo qualche spintone". Era stato proprio il gip a dare parere negativo alla scarcerazione, confermando la necessità di tenere Maniero recluso. Intanto l'ex boss è stato trasferito dal carcere di Bergamo a quello di Voghera.

L'ex boss del Brenta trasferito nel carcere di Voghera

Felice Maniero, conosciuto col soprannome di "Faccia d'angelo", ha iniziato la sua lunga carriera criminale durante l'adolescenza, quando aiutava lo zio a compiere furti di bestiame. Poi, assieme a dei complici, passò alle rapine. Il gruppo di criminali iniziò a farsi "notare", tanto che la stampa gli affibbiò anche il nome di "Mala del Brenta" per via del paese natio di Maniero e altri complici, Campolongo Maggiore, paese che sorge lungo il fiume Brenta. Dopo il primo arresto, avvenuto nel 1980, fu protagonista di numerose evasioni che contribuirono anche ad accrescere la sua "fama" come criminale, una fama certificata in qualche modo anche dall'interesse che la tv (con documentari e fiction) gli ha riservato. Dopo una prima condanna definitiva a venti anni e quattro mesi si è pentito divenendo collaboratore di giustizia e contribuendo a far arrestare anche gli altri membri della sua banda.

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