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Famiglia terrorizzata dal vicino stalker: niente phon e colazioni sul letto per non fare rumore

Una famiglia residente a Melzo, vicino Milano, per mesi ha vissuto col terrore del vicino di casa. Papà, mamma e i loro cinque figli evitavano qualsiasi tipo di rumore per non infastidirlo. Il vicino ha minacciato di morte il padre dei bimbi e lo ha anche preso a calci: è stato arrestato.
A cura di Francesco Loiacono
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Erano arrivati al punto di non utilizzare l'asciugacapelli, facevano colazione sul letto e avevano applicato gommini a tutto ciò che faceva rumore, come le ante degli armadi. Tutto per paura del vicino di casa che più volte li aveva minacciati e aggrediti. Una famiglia milanese con cinque figli, residente a Melzo (in provincia di Milano), era terrorizzata dall'uomo, che abitava nell'appartamento al piano inferiore. Abitava perché, in seguito alle numerose aggressioni di cui si è reso protagonista nel corso di più di un mese, il vicino di casa è stato arrestato dai carabinieri con le accuse di stalking e lesioni.

La famiglia viveva in uno stato di ansia

Oltre alle minacce al padre dei bambini, infatti, il vicino stalker lo aveva anche aggredito: a metà gennaio, dopo aver ricevuto la notifica di un provvedimento di divieto di dimora, l'uomo ha colpito il vicino di casa con tre calci. Da quell'episodio le indagini coordinate dal pubblico ministero Luca Gaglio si sono intensificate, arrivando all'arresto. Negli atti delle indagini si legge che la famiglia viveva ormai in un "perdurante stato di ansia" ed era stata costretta"a mutare sensibilmente le proprie abitudini di vita". Tutti, anche i bambini,  cercavano di evitare "qualsiasi tipo di rumore e comportamento che potesse" infastidire il vicino violento: i piccoli giocavano solo su tappeti di plastica e facevano colazione sul letto, le docce erano ridotte al minimo indispensabile, nessuno si affacciava più sul balcone e la loro madre non usciva più di casa da sola.

Il nucleo famigliare si era trasferito nella nuova abitazione da metà dicembre e fin da subito aveva ricevuto le "visite" del vicino: l'uomo si era presentato alla porta invitandoli con tono arrogante a non fare rumore e a non far camminare i bimbi sul pavimento. Poi, col passare dei giorni, erano arrivati i pugni alla porta, le minacce verbali, anche di morte, pronunciate al padre dei bimbi quando i due si incontravano per le scale. E infine, a metà gennaio, anche i calci. Adesso la famiglia, per mesi in ostaggio del vicino violento, potrà tornare a vivere normalmente.

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