Falso allarme bomba alla stazione metro Centrale: due indagati per la scatola sospetta
Svolta nell'inchiesta per procurato allarme relativa al pacco sospetto trovato nella stazione metro Centrale di Milano lo scorso lunedì. Due persone sono state iscritte nel registro degli indagati dal capo del pool antiterrorismo Maurizio Romanelli. Si tratta di un ragazzo di 18 anni e di una ragazza di 17, entrambi sudamericani. Sono loro ad aver abbandonato la scatola sospetta, da cui fuoriuscivano cavi elettrici, sotto a un cestino della stazione metro Centrale, su una banchina della linea verde.
La spiegazione del gesto potrebbe sembrare banale, anche se permane qualche dubbio: la scatola, che conteneva un'autoradio e delle casse acustiche per comporre una sorta di rudimentale stereo, era troppo pesante da trasportare in metro. Per questo il 18enne, che aveva ricevuto il materiale dal suo datore di lavoro con la richiesta di assemblarlo, ha pensato bene di abbandonarlo prima di prendere la metro in direzione Abbiategrasso. Resta da capire come poi il giovane si sarebbe giustificato col suo capo: in sostanza, va compreso se lo "stereo" fosse un regalo del capo, che il giovane ha deciso di rifiutare in un secondo momento.
Di certo c'è che quella scatola con fili elettrici ben in vista non è passata inosservata e ha scatenato quasi due ore di panico: stazione metro evacuata, la zona della Stazione Centrale presidiata da decine di pattuglie della polizia locale, artificieri in funzione e massima allerta per il rischio terrorismo. Tutti accorgimenti che fortunatamente si sono rivelati inutili, ma che hanno lasciato molto nervosismo in città, alle prese nei giorni successivi con altri allarmi bomba rivelatisi tutti infondati.