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Fabrizio Corona torna in tribunale: “Non ce la faccio più a stare in carcere, è ingiusto”

Fabrizio Corona è tornato in tribunale, a Milano, per la vicenda dei 2,6 milioni di euro che gli sono stati sequestrati e che hanno portato a una nuova condanna a un anno di carcere per elusione fiscale. Nonostante sia stato assolto dalle accuse più gravi, l’ex re dei paparazzi è ancora in carcere a San Vittore, in attesa che i giudici decidano su una nuova richiesta di affidamento ai servizi sociali: “Non ce la faccio più a stare in carcere, ho subito un’ingiustizia”, ha detto Corona.
A cura di Francesco Loiacono
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Fabrizio Corona esulta dopo la lettura della sentenza lo scorso 12 giugno (LaPresse)
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Fabrizio Corona è tornato in tribunale, a Milano, per un'udienza davanti alla Sezione misure di prevenzione. L'ex re dei paparazzi, condannato lo scorso 12 giugno a un anno di carcere per la vicenda dei 2,6 milioni di euro che gli sono stati sequestrati, ha affidato ai suoi legali la sua insofferenza per la detenzione in carcere alla quale, nonostante nell'ultimo processo siano cadute le accuse più gravi, è costretto dallo scorso 10 ottobre: "Non ce la faccio più a stare in carcere, ho subito un'ingiustizia, stavo facendo il mio affidamento, non è giusto".

Corona era stato arrestato assieme alla sua collaboratrice Francesca Persi (condannata a tre mesi di reclusione) lo scorso 10 ottobre, con le accuse di intestazione fittizia di beni, frode fiscale e violazione delle norme patrimoniali in relazione al regime di prevenzione. L'arresto era scattato dopo la scoperta di circa 2,6 milioni di euro nascosti in parte nel controsoffitto dell'abitazione della Persi, e in parte in due cassette di sicurezza in Austria. Dopo l'arresto il tribunale di sorveglianza aveva revocato l'affidamento in prova ai servizi sociali del quale Corona, già condannato per altri reati, stava usufruendo.

Al termine dell'ennesimo processo, però, le accuse di intestazione fittizia di beni e violanzione delle norme patrimoniali sono cadute. Corona è stato condannato "solo" per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, ed è venuta meno la misura cautelare. Il fotografo, però, è ancora in carcere a San Vittore, proprio per la revoca dell'affidamento: una nuova richiesta in tal senso è stata fatta al tribunale di sorveglianza da uno dei legali di Corona, Ivano Chiesa, che si è augurato che i giudici decidano prima dell'estate: "Corona non ha più tanta pazienza, è innervosito perché non ce la fa più a stare in carcere e lo vive come un'ingiustizia perché anche il processo ha dimostrato che non doveva tornare dentro – ha spiegato il legale – È stato revocato l'affidamento su un presupposto che non c'era e ora bisogna porre rimedio a questa ingiustizia".

Il destino dei soldi e della casa di Corona sequestrati

L'udienza odierna riguardava il destino dei 2,6 milioni di euro sequestrati al fotografo, assieme alla sua casa di via De Cristoforis a Milano. I giudici della Sezione misure di prevenzione dovranno decidere se dissequestrare i beni o confiscarli. L'altro avvocato che difende Corona, Luca Sirotti, ha chiesto intanto agli stessi giudici di sbloccare parte dei soldi sequestrati, che servirebbero a una delle società di Corona per pagare alcune imposte. L'udienza è stata però aggiornata al prossimo 3 ottobre per problemi di salute di uno dei giudici.

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