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Expo, Maroni nomina il suo avvocato nel Consiglio di Amministrazione

Domenico Aiello, nominato dal governatore della Lombardia nel cda Expo in qualità di rappresentante della regione, è avvocato dello stesso governatore nell’inchiesta sulle assunzioni in Expo e in Eupolis. Le opposizioni attaccano: “Nomina politica”.
A cura di An. Mar.
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A pochi giorni dall'apertura di Expo 2015 a Milano, arriva, a sorpresa, la nomina di Domenico Aiello, legale di Roberto Maroni e suo fedelissimo per la carica di rappresentante della regione Lombardia nel consiglio di amministrazione di Expo. La notizia della investitura è arrivata con decreto del presidente nel corso dell'ultima riunione dei soci suscitando non poche perplessità nei presenti soprattuto per il profilo del nuovo rappresentante del Pirellone. Chi è, infatti, Domenico Aiello? Avvocato della Lega in alcuni dibattimenti è coinvolto nel caso del presunto scambio di favori con  pm Alfredo Robledo, per il quale il Csm ha poi disposto il trasferimento da Milano a Torino. Il conflitto però, appare evidente in quanto è proprio Aiello a curare gli interessi di Maroni nella inchiesta della Procura di Busto Arsizio a carico del presidente della regione, che vede Maroni indagato per induzione indebita in ordine a presunte pressioni esercitate su funzionari di Expo ed Eupolis per due diversi contratti di lavoro a tempo determinato.

Critiche sono piovute da diversi fronti politici sulla nomina in extremis di Aiello. "Siamo francamente sorpresi – commenta il segretario Pd Alessandro Alfieri – Quella di Aiello è una nomina inopportuna, visto che ricopre il ruolo di avvocato personale di Maroni proprio su vicende che riguardano Expo; trasparenza e opportunità vorrebbero che non ricoprisse anche il ruolo di amministratore della società". Duro anche M5S "Al novantesimo minuto, a nove giorni dall’inaugurazione, capitan Maroni sostituisce nel cda di Expo Fabio Marazzi con il suo uomo di fiducia Domenico Aiello – dice il pentastellato Dario Violi –  Ci chiediamo quali motivi portino a decidere una nomina meramente politica, senza le opportune valutazioni sulle competenze richieste dal ruolo".

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