Expo, detenuta per omicidio al lavoro nel sito evade dai tornelli: ricercata da luglio
Doveva finire di scontare la sua pena di due anni e mezzo di carcere per omicidio preterintenzionale. Ma il richiamo della libertà, non appena le si è presentato davanti, è stato evidentemente più forte di tutto. E così una detenuta transessuale, che grazie alla sua buona condotta era stata ammessa all'interno di un programma di lavoro all'Expo di Milano, un pomeriggio dello scorso luglio è uscita dai tornelli del sito di Rho-Pero facendo perdere le sue tracce.
Expo, detenuta per omicidio al lavoro nel sito evade dai tornelli: ricercata da luglio
A darne notizia è stata la giornalista Manuela D'Alessandro sul blog Giustiziami. La detenuta, ristretta nel carcere di Bollate, una delle strutture modello della Lombardia con maneggio, teatro e laboratori di musica al suo interno, era stata scelta, col consenso anche del giudice di sorveglianza, per andare a lavorare all'interno di Expo sei ore al giorno per sei giorni alla settimana. Stipendio: 500 euro al mese, un terzo in meno rispetto ai contratti collettivi nazionali. Il suo non è l'unico caso di detenuti che lavorano all'interno dell'Esposizione universale: sono circa un centinaio, provenienti da diverse strutture della Lombardia. La detenuta in questione, però, scelta anche perché nelle precedenti occasioni in cui aveva goduto di un permesso non aveva mai commesso neanche un'infrazione, a un certo punto ha preferito tentare la strada della fuga. Non è stato difficile: sarà bastato confondersi con le migliaia di visitatori che hanno varcato i cancelli del sito. Adesso, però, se dovesse venire trovata per lei si spalancheranno ben altri cancelli: e questa volta col rischio che non si aprano più per un bel pezzo.