Expo, allarme sui padiglioni stranieri: “Regole inesistenti, controlli impossibili”
Non bastassero i problemi legati alla sicurezza del sito di Rho-Pero, ai ritardi dei lavori e alle inchieste giudiziarie, adesso Expo potrebbe trovarsi a fronteggiare anche la questione dei padiglioni stranieri. A sollevarla sono stati mercoledì i sindacati Cgil, Cisl e Uil nel corso della commissione consiliare sulle Politiche del lavoro. "Se con i Paesi non si definiranno le regole sul lavoro sul sito Expo c’è un problema di legalità e di sicurezza", ha detto Renato Zambelli, della Cisl. Il punto centrale, hanno spiegato i sindacati, è che "gli accordi sui rapporti di lavoro vengono ignorati dalla maggior parte dei Paesi". Così, si rischia che legalità e sicurezza non vengano rispettati, e che la società Expo venga gravata da decine di cause di lavoratori che non vedranno rispettate condizioni di lavoro adeguate.
La società Expo dovrebbe vigilare di più
Per scongiurare questo rischio, i sindacati hanno chiesto al Consiglio comunale "un intervento di moral suasion sulla società che dovrebbe vigilare di più". Impegno che è stato assicurato dall'assessore alle Politiche del lavoro, Cristina Tajani, anche se la voce di Expo – assente ieri "per impossibilità visto il carico di lavoro" – non si è potuta ascoltare. Antonio Lareno Faccini della Cgil ha comunque precisato che "La società Expo applica quanto previsto, ma il paradosso è che quelle regole non funzionano dove c’è maggiore occupazione, nei padiglioni stranieri". Secondo quanto concordato tra Expo e i Paesi stranieri, la prima avrebbe dovuto fornire ai secondi tutte le informazioni necessarie sulle norme in vigore, e poi pretendere a sua volta informazioni sull'applicazione di queste norme, "facoltà che non è stata esercitata", hanno concluso i sindacati.