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Expo 2015, vigili contro Comune: “Accordo su straordinari o ci fermiamo”

Le sigle sindacali della polizia locale di Milano chiedono un incontro urgente al comandante Tullio Mastrangelo: al centro le risorse per gli straordinari durante i sei mesi dell’Esposizione. Martedì e mercoledì gli incontri decisivi: se i soldi messi sul piatto dal Comune non aumentano possibile un’agitazione dei “ghisa”.
A cura di Francesco Loiacono
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Una richiesta urgente di incontro per discutere degli straordinari in vista di Expo. È quanto hanno presentato tutte le sette sigle sindacali dei vigili urbani milanesi al loro comandante Tullio Mastrangelo. Il termine per avere una risposta era fissato per lunedì di Pasquetta. Termine che, considerata anche la coincidenza del giorno festivo, non è stato rispettato. Adesso, così, l'Expo 2015 rischia di essere funestato anche da un altro problema: l'agitazione della polizia locale. La questione è essenzialmente una: i tre milioni di euro proposti da Palazzo Marino – al cui assessorato alla Sicurezza fa capo la polizia locale – per l'intero monte straordinari dei sei mesi di Esposizione sono stati bocciati dai sindacati. Che nella lettera inviata per conoscenza anche al sindaco Giuliano Pisapia, agli assessori Marco Granelli e  Chiara Bisconti e al direttore centrale delle Risorse umane del Comune, Pollio Salimbeni, evidenziano due punti chiave.

Il primo è che i vigili non si trovano "nelle condizioni di poter valutare l'incentivazione all'eventuale progetto e di conseguenza l'adesione potrebbe risultare compromessa". C'è poi un problema che riguarda le ferie: l'Expo non si ferma a luglio e agosto, e "il ritardo organizzativo in essere potrebbe incidere sul diritto alla fruizione delle ferie estive". Non ci sono indicazioni neanche sui cambi turni degli agenti impegnati sul sito Expo di Rho-Pero: ad alternarsi dovrebbero essere 70 pattuglie su due fasce orarie più una notturna.

Martedì e mercoledì gli incontri decisivi

Gli incontri decisivi sono fissati per martedì e mercoledì. Dai sindacati sembra arrivare un aut-aut: o si chiude il contratto decentrato e la vertenza sull'Expo, oppure sarà proclamato lo stato di agitazione – già concretizzatosi altre volte negli ultimi mesi -, con un'evidente e pericolosa ricaduta sull'Esposizione universale. Una minaccia che alla fine dovrebbe indurre Palazzo Marino a rivedere la sua proposta, sulla base del buon senso. Lo stesso auspicato da Daniele Vincini, del Sulpm: "Dopo il pesce d'aprile della proposta dei 3 milioni, che vorrebbero dire 200 euro al mese per 22 ore di straordinario, speriamo si parli di cose serie. Speriamo che il buon senso prevalga: non è che gongoliamo a mobilitarci".

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