Expo 2015, Renzi a Milano: “Grande occasione per l’identità del Paese, il 2015 anno felix”
Il premier Matteo Renzi ha chiuso i lavori della giornata "Expo delle idee. Verso la Carta di Milano", organizzata sabato 7 febbraio all'Hangar Bicocca dal ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina.
Dopo un breve siparietto nel quale ha scherzato con il "compagno Maroni", approfittando del collegamento di poco prima con l'ex presidente brasiliano Lula, Renzi si è rivolto alla platea di oltre 500 delegati del convegno: "Un anno fa la parola da associare all'Expo era scandalo, magari anche in maniera inappropriata. Adesso, grazie a Sala, al prefetto, e soprattutto all'Anac presieduto da Raffaele Cantone siamo riusciti a trasformare l'evento in un'opportunità. Ma non basta – ha spiegato Renzi -: se siamo bravi nei prossimi giorni che ci aspettano dobbiamo trasformare la parola chiave dell'Expo in identità".
"Se l'Italia fa l'Italia per davvero allora non ce n'è per nessuno nel mondo", ha poi aggiunto il premier, invitando tutti quanti a metterci del proprio e a liberarsi "dalla melina" e "dall'attesa che siano gli altri a risolvere i problemi". Il premier ha poi usato un'espressione presa in prestito dall'agricoltura: "Il 2015 è un anno felix, nel senso di fertile. Ci sono tutte le condizioni all'esterno del nostro Paese per ritornare a correre", ha detto Renzi, ricordando il ritorno alla normalità del rapporto tra Euro e dollaro e il crollo del prezzo del petrolio. "Non ci sono più alibi per nessuno", ha poi avvertito il premier.
"Contro il boicottaggio della Turandot siamo pronti a tutto"
In conclusione del suo intervento, una dura presa di posizione contro una parte del sindacato che si oppone alla messa in scena della Turandot, prevista il primo maggio alla Scala come opera inaugurale per l'Expo: "Se c'è una qualche minoranza che pensa di poter bloccare tutto in nome del diritto di boicottaggio sappia che siamo pronti a tutto, anche a misure normative, per evitare di iniziare con una figuraccia planetaria".
Quindi il premier Renzi ha concluso: "Siamo a un passo perché nel 2015 l'Italia riprenda a correre. Per farlo, però, "Nessun dorma". L'Italia non deve essere più solo la patria dei grandi che ce l'hanno fatta, ma di quelli che ogni giorno ci provano".
Prima di Renzi avevano preso la parola il commissario unico di Expo 2015 Giuseppe Sala, il ministro Martina ed era stato proiettato un documentario firmato dal regista Ermanno Olmi, uno dei tanti ambassador di Expo – anche se c'è stato qualcun altro che, come il rapper Frankie Hi-nrg, ha rinunciato polemicamente al suo ruolo. Intervenuti con due videomessaggi anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Papa Francesco, che ha esortato i delegati a "sconfiggere l'iniquità". Qualche tensione all'esterno, quando con una breve azione dimostrativa circa 150 manifestanti tra No Expo, studenti e sindacati di base hanno lanciato dei gavettoni di vernice contro gli agenti di polizia schierati in un cordone protettivo.