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Expo 2015, operai nepalesi tornano a casa: i loro colleghi finiranno gratis il padiglione

Dopo il terremoto che ha sconvolto il Paese asiatico, gli operai nepalesi al lavoro per il padiglione di Expo sono tornati a casa. I loro colleghi degli altri Paesi hanno deciso di completare gratuitamente i lavori in segno di solidarietà.
A cura di Francesco Loiacono
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Mentre ancora si fanno i conti con la tragedia del terremoto in Nepal, dal cantiere di Expo 2015 a Rho-Pero, alle porte di Milano, arriva un piccolo segnale di speranza. Secondo quanto riferito dalla testata Vita, infatti, tra gli operai è scattata una gara di solidarietà. Dopo la notizia del terremoto quasi tutti i lavoratori del Nepal sono infatti rientrati in patria, qualcuno toccato personalmente dalla tragedia. Il padiglione del Paese asiatico rischiava pertanto di rimanere incompleto a ormai due giorni dall'inizio dell'Esposizione. I colleghi degli operai nepalesi hanno allora deciso spontaneamente di mettersi al lavoro per ultimare i lavori del padiglione.

Un atto di generosità – lo faranno gratis – che si aggiunge ai turni già massacranti che hanno osservato per arrivare in tempo all'appuntamento del primo maggio. A impegnarsi per completare il padiglione del Nepal – una struttura che ricorda la forma del mandala, il diagramma circolare formato dall’unione di figure geometriche che richiama il cerchio della vita – sono in primo luogo gli operai dei Paesi che hanno già completato i propri padiglioni. Tutti però hanno scelto di dare una mano. Un dipendente di Expo, interpellato da Vita, ha affermato: "Siamo tutti commossi dal vedere che il cantiere non è fermo, e che vi si parlano tutte le lingue". La notizia diffusa dalla testata Vita è stata ritwittata anche dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha annunciato che visiterà per primo il padiglione nepalese "per dare il segnale di vicinanza e solidarietà a quel Paese".

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