Expo 2015, la presidente Diana Bracco indagata per evasione fiscale
Una nuova tegola si abbatte su Expo 2015. La presidente dell'Esposizione milanese, Diana Bracco, è infatti indagata per evasione fiscale e appropriazione indebita. L'indagine, come affermato da più fonti giudiziarie, non riguarda però Expo: la Bracco è infatti indagata in qualità di presidente del Consiglio d'amministrazione della Bracco spa, azienda farmaceutica. Inevitabile però che la vicenda giudiziaria possa avere un ritorno, anche solo a livello d'immagine, sull'Esposizione milanese.
L'indagine, in carico alla procura di Milano, è stata chiusa ed è stato effettuato – a marzo – un sequestro da circa 1 milione di euro. L'ipotesi degli inquirenti è che le fatture false siano servite in relazione a lavori su case private e barche. La Bracco è indagata per emissione di fatture per operazioni inesistenti e appropriazione indebita. In sostanza, le indagini avrebbero fatto emergere che "fatture per complessivi euro 3.064.435 confluiti nella contabilità e nelle dichiarazioni fiscali presentate dalle società del gruppo Bracco per i periodi di imposta dal 2008 al 2013 – si legge in una nota della procura – erano riferite all'esecuzione di forniture o di prestazioni rese verso locali in uso alle medesime società ma effettivamente realizzate presso immobili e natanti di proprietà" o "nella disponibilità della signora Diana Bracco e del defunto marito Roberto De Silva".
Indagate altre tre persone
La Bracco è indagata in qualità di presidente delle sue società Bracco Spa, Bracco Imagine Spa e Spin Spa. Insieme a lei, risultano iscritti nel fascicolo aperto dalla procura di Milano, Pietro Mascherpa, presidente della Bracco Real Estate Srl, società riconducibile all'industriale e attiva nel settore immobiliare e i due architetti Marco Pollastri e Simona Calcinaghi, titolari dello studio di progettazione Archilabo di Monza. Sono tutti accusati di aver emesso fatture false per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro per il periodo di imposta relativo agli anni compresi tra il 2008 e il 2013. Fatture relative a lavori e forniture effettuate in favore delle stesse società ma in realtà realizzate in immobili e barche riconducibili alla stessa Bracco e al defunto marito Roberto De Silva. In pratica la presidente di Expo avrebbe contabilizzato nei bilanci di alcune sue società spese di natura personale attraverso una serie di false fatturazioni.
Un milione di euro sequestrato a marzo
Nell'ambito dell'indagine che vede indagata Diana Bracco, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Milano hanno eseguito lo scorso 5 marzo "un provvedimento di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari, Roberta Nunnari, nei confronti della signora Diana Bracco per un ammontare di euro 1.042.114,70 corrispondente all'importo totale dell'imposta complessivamente evasa per effetto dell'utilizzo delle fatture". Fonti giudiziarie precisano che la società Expo 2015, di cui Bracco è presidente, non è in alcun modo coinvolta nell'inchiesta.
L'avvocato della Bracco: "Nessuna frode fiscale"
L'avvocato Giuseppe Bana, legale di Diana Bracco, ha però minimizzato tutta la vicenda: "Non c'è stata alcuna frode fiscale: si tratta di contestazioni riguardanti l'inerenza all'attività d'impresa di fatture, situazione non rilevante sotto il profilo penale. Abbiamo già definito con l'Agenzia delle entrate attraverso il ravvedimento operoso – ha proseguito il legale -, siamo solo al termine delle indagini preliminari e non è stata ancora formalizzata la richiesta di rinvio a giudizio".