Expo 2015, in arrivo 15mila prostitute. I radicali: “Creare delle zone a luci a rosse”
Non solo 20 milioni di turisti, ma anche 15mila lavoratrici e lavoratori del sesso. Sono le persone attese a Milano per i sei mesi di Expo 2015, almeno secondo le previsioni del consigliere radicale di Zona 2 Yuri Guaiana, suffragate, in realtà, da quanto avvenuto durante manifestazioni internazionali dello stesso tenore come mondiali di calcio e Olimpiadi. Proprio per "governare" questo afflusso, il gruppo radicale presenterà in Consiglio comunale una mozione per chiedere di istutuire in via sperimentale la "zonizzazione". Si tratta di "delimitare cioè alcune aree (soprattutto quelle ad alta urbanizzazione e molto conflittuali) come spazi ‘off limits', sia per la contrattazione sia per lo scambio – spiega Guaiana – e al contempo individuare zone informali di attività dove poter far incontrare clienti, lavoratrici e lavoratori del sesso in condizioni di dignità e sicurezza creando il minor conflitto possibile con la cittadinanza".
Un infopoint in stazione Centrale
La proposta dei radicali, simile all'idea di un quartiere a luci rosse proposta a febbraio da Sel, prevederebbe di istituire "uno spazio informativo e di orientamento a bassa soglia presso la stazione centrale come nodo strategico per tutto il territorio cittadino". Una sorta di infopoint per tutti quelli interessati al sesso a pagamento. I radicali spiegano che "si tratta di uno strumento che offriamo alla città per governare un fenomeno antico come il mondo coinvolgendo a pieno non solo forze dell’ordine e amministrazione pubblica, ma anche le unità di strada, che da tempo operano a Milano, i clienti, le lavoratrici e i lavoratori del sesso, garantendo così i diritti di tutti". Nella lettera al sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, Guaiana spiega che sullo "zoning", la zonizzazione appunto, verrebbero anche organizzati workshop e attività di informazione rivolti ai sex workers e ai loro clienti. In attesa del pronunciamento del Consiglio di zona 2 e poi di quello comunale, il radicale Guaiana ha lanciato la sua proposta anche sul web, con una petizione sul sito Change.org: dopo 5 ore dal lancio i sostenitori erano circa 85.