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Expo 2015, dal consolato Usa allarme per i cortei. I No Expo: “Si vuole creare tensione”

Milano si prepara a giorni delicati: da un lato l’inaugurazione di Expo 2015, dall’altro le manifestazioni annunciate dai No Expo, che culmineranno nel corteo del primo maggio. In mezzo, raid vandalici e i blitz della Digos di martedì e mercoledì mattina. Il consolato Usa avverte i cittadini statunitensi in città. Ma per i No Expo c’è chi ha deciso che la tensione vada creata.
A cura di Francesco Loiacono
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Le devastazioni della notte tra lunedì e martedì in sedi politiche e librerie di estrema destra alla vigilia della commemorazione per Sergio Ramelli, giovane del Fronte della gioventù ucciso 40 anni fa da militanti di Avanguardia operaia. Le perquisizioni della Digos all'alba di martedì nel quartiere Giambellino, culminate nel sequestro di mazze, maschere antigas e del necessario per fabbricare molotov e nel fermo di 26 persone – con un arresto -, pronte secondo gli investigatori a rendere poco pacifica la manifestazione dei No Expo prevista per il primo maggio. E, ancora, un nuovo blitz sempre della Digos e sempre al Giambellino, in corso mercoledì mattina, con perquisizioni e controlli a presunti appartenenti ai No Expo.

È in questo scenario, che definire delicato è forse un eufemismo, che si inserisce l'ultimo allarme sulla sicurezza in vista dell'inaugurazione di Expo 2015 e di tutti gli eventi che saranno organizzati a corollario. Arriva dal consolato Usa, non nuovo a informare – forse anche con un eccesso di zelo – i suoi cittadini a Milano e in Italia su possibili situazioni di pericolo. In una mail di alert i funzionari della rappresentanza diplomatica statunitense a Milano hanno invitato i propri connazionali a stare lontano dalle zone che in questi giorni ospiteranno manifestazioni: "Se le autorità locali ritengono che la maggioranza dei dimostranti sarà pacifica, ci si aspetta però che un piccolo drappello possa tentare di provocare scontri violenti e danni". Non ci sono riferimenti precisi a un evento, ma solo un invito generico a prestare attenzione ai diversi cortei organizzati in più parti di Milano.

I No Expo: "C'è chi ha deciso che la tensione vada creata"

Dall'altra parte uno degli attori in causa, la rete Attitudine No Expo, in un comunicato pubblicato su Facebook denuncia il tentativo di criminalizzare il movimento e di creare tensione attorno alle preannunciate "Cinque giornate di Milano", in realtà 4 giorni di manifestazioni programmate dal 30 aprile al 3 maggio: "C'è chi apre e chi chiude. Chi porterà in piazza migliaia di persone e chi va a caccia di fantasmi. Chi sta costruendo giornate di partecipazione e contestazione al modello Expo e chi sta alimentando tensioni e paure. Rimandiamo al mittente il tentativo in corso di criminalizzare la rete No Expo e i soggetti che ne fanno parte", scrivono i No Expo. Che poi denunciano il repentino cambiamento nella gestione dell'ordine pubblico che i due blitz della Digos – quello di mercoledì non era ancora avvenuto al momento del comunicato – sembrano avvalorare: "‘Non ci sono zone rosse o aree interdette' diceva in una intervista il Prefetto di Milano il 24 aprile. Ora forse qualcuno in qualche ufficio ha deciso che le cose devono andare diversamente e che, in assenza di tensione, essa vada creata". La rete dà comunque appuntamento per gli eventi in programma: "Il 30 aprile un grande corteo studentesco nazionale, il primo maggio sarà MayDay NoExpo, il 2 maggio una pedalata critica contro il mega-evento ed un pranzo popolare di protesta davanti Eataly e il 3 maggio assemblea plenaria per lanciare i 6 mesi di ‪#‎alterexpo‬".

Il giudice non firma l'allontanamento

Intanto, dopo il blitz di martedì mattina che ha portato a 26 denunce e un arresto, il Corriere dà conto della decisione dei giudici dell’Ufficio immigrazione del tribunale civile di Milano di non firmare il provvedimento di allontanamento dallo Stato italiano per 4 delle persone denunciate a piede libero. La mancata convalida è arrivata perché secondo i giudici è insufficiente scrivere, come riportato negli atti di polizia, che i 4 stranieri siano stati "individuati in un edificio che da informazioni in possesso delle autorità era destinato ad accogliere soggetti appartenenti all’area anarchica" e che erano "in possesso di oggetti atti a offendere", senza precisare quali fossero.

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