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Expo 2015, alla ‘ndrangheta appalti per 100 milioni di euro

Lo rivela la Relazione annuale della Direzione nazionale antimafia, presentata martedì in Senato. Quarantasei le interdittive emesse fino al 3 dicembre 2014 nei confronti di imprese vicine alla mafia: ben 35 quelle con sede al Nord.
A cura di Francesco Loiacono
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Che le mani della ‘ndrangheta si fossero allungate sugli appalti legati a Expo 2015 era ormai una cosa nota da tempo. Ma la Relazione annuale della Direzione nazionale antimafia per la prima volta quantifica il giro d'affari legato a tutti i lavori che sono finiti ad aziende in odor di mafia, poi allontanate per questo dalle 46 interdittive firmate fino al 3 dicembre 2014 dalla Prefettura di Milano. Si tratta, come rivela il Corriere, di appalti e subappalti per un valore totale di circa 100 milioni di euro. Una cifra importante, che spiega la perseveranza con cui la ‘ndrangheta, nonostante i tanti protocolli e le misure antimafia messe in piedi attorno all'Expo, abbia cercato di partecipare alla spartizione di una "torta" miliardaria.

La gran parte delle imprese interdette ha sede al Nord

Il valore degli appalti finiti ad aziende in odor di mafia – e poi interdette – non è il solo dato interessante della Relazione annuale della Dna. Un altro, infatti, certifica la provenienza delle imprese interdette: solo 11 hanno sede al Sud. La gran parte, 35, sono tutte aziende del Settentrione – 20 in Lombardia, nove in Emilia Romagna, tre in Piemonte, due in Veneto e una in Toscana – a riprova del fatto che al Nord mafia e ‘ndrangheta hanno ormai messo radici in pianta stabile nel tessuto produttivo ed economico. Si parla di mafia e di ‘ndrangheta, ma è in realtà quest'ultima a "dominare" lo scenario delle imprese che hanno cercato di lucrare con l'Esposizione universale. In 32 casi sono stati affiliati della ‘ndrangheta, infatti, a cercare di infiltrarsi nelle imprese interdette. Lo hanno fatto, nella gran parte dei casi, con il meccanismo dello "spezzettamento" delle commesse per evitare i controlli: si dividono gli appalti più grandi in lavori sotto la soglia dei 150mila euro, che, se non ci fossero state procedure speciali introdotte proprio per l'Expo, non sarebbero stati soggetti a controlli. Infine, un accenno sulla tipologia dei lavori più soggetti a infiltrazioni: si tratta di quelli connessi alle infrastrutture stradali legati all'Esposizione, in particolare la Tangenziale esterna est di Milano e la Pedemontana.

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