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Expo 2015, Acerbo di nuovo indagato: avrebbe pilotato la gara per Palazzo Italia

L’ex manager di Expo, già arrestato a ottobre scorso per corruzione e turbativa d’asta per l’appalto delle Vie d’acqua, è indagato dalla procura di Firenze nell’inchiesta sulle grandi opere che ha portato lunedì mattina a 4 arresti. Avrebbe pilotato la gara per Palazzo Italia.
A cura di Francesco Loiacono
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Antonio Acerbo, l’ex manager di Expo già arrestato lo scorso ottobre nell'inchiesta sulla "cupola degli appalti" per l'Esposizione universale milanese, è tra gli indagati nell’indagine dei pubblici ministeri di Firenze sulle grandi opere, che ha portato lunedì mattina a 4 arresti. Acerbo è accusato di turbativa d’asta per aver pilotato la gara per il Palazzo Italia, l'unica struttura che resterà in piedi alla fine della manifestazione milanese. Acerbo, che per la vicenda delle Vie d'acqua sud ha chiesto di patteggiare 3 anni per corruzione e turbativa d'asta – sulla vicenda si attende il pronunciamento del giudice per l'udienza preliminare – è indagato in concorso, tra gli altri, con Stefano Perotti, imprenditore arrestato oggi dalla Guardia di finanza di Firenze, e con Andrea Castellotti, ex facility manager del Padiglione Italia e anche lui coinvolto nel procedimento milanese.

Acerbo avrebbe pilotato la gara per Palazzo Italia

Secondo l'imputazione, Acerbo "in qualità di responsabile unico del procedimento relativo al bando di gara adottato dalla spa Expo 2015 per l’aggiudicazione dei lavori di realizzazione del cosiddetto Palazzo Italia (per un importo complessivo di euro 25.284.697,29)" avrebbe turbato la gara, "pilotandone l’aggiudicazione in favore" della società Italiana Costruzioni, alla guida dell'Ati che ha vinto la commessa. Gli altri co-indagati, oltre a Perotti e Castellotti, sarebbero Giacomo Beretta (ex assessore comunale al Bilancio della giunta Moratti) e i referenti della Italiana Costruzioni Attilio Navarra (presidente del cda), Luca Navarra e Alessandro Paglia. Per gli inquirenti Acerbo e gli altri indagati si sarebbero accordati "preventivamente e clandestinamente" per pilotare la gara. Il reato è contestato fino al dicembre 2013.

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