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Eva violentata da una suora, la perizia: “Suicidio non fu causato dagli abusi”. La madre: “Vergogna”

Scoppio d’ira della madre di Eva Sacconago al processo contro suor Maria Angela Farè: “Mi vergognerei a difendere una persona così” ha gridato ai difensori della religiosa imputata per violenza sessuale ai danni dalla ragazza morta suicida nel 2011. In aula è stata discussa anche la perizia psichiatrica postuma sulla vittima: “Suicidio causato da fattori concomitanti”.
A cura di Angela Marino
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L'ex suora Maria Angela Farè (a sinistra) ed Eva Sacconago
L'ex suora Maria Angela Farè (a sinistra) ed Eva Sacconago

"Non credo più nella giustizia, non è normale che i giudici ritengano che Eva fosse consenziente da maggiorenne e non guardino neanche al periodo in cui iniziarono gli abusi, quando era solo una bambina". Non fa mistero della sua delusione a Fanpage.it, Monica Guanzini, la donna che all'indomani del suicidio di Eva Sacconago, si presentò in caserma per denunciare gli abusi di cui la ragazza era stata vittima da una suora. Oggi, 8 anni dopo i fatti, le cose sono andate in maniera diversa da come si aspettava quando consegnò agli inquirenti i materiali che provavano gli abusi.

L'udienza

Proprio ieri, al tribunale di Busto, nel corso dell'ultima udienza del processo per violenza sessuale contro suor Maria Angela Faré, a partire dalla perizia psichiatrica postuma del medico incaricato dal tribunale, Franco Martelli, si è discusso a lungo della fragilità psichica di Eva e dei suoi comportamenti disfunzionali. Eppure – e questo è ciò che ha scatenato la rabbia della famiglia – alla ragazza non è stato riconosciuto alcun disturbo di personalità. Eva, in poche parole, era una persona fragile  e bisognosa di affetto, ma il contatto con la suora non aveva prodotto in lei nessun danno, in termini di disturbo di personalità. In aula si è fatto riferimento anche una relazione tra la ragazza e don Alessandro, allora parroco della Chiesa. Un pericolo ‘triangolo' nato in età adulta in cui Eva sarebbe stata stretta tra la suora, gelosa e possessiva e il sacerdote, preoccupato delle voci su quel legame. Nel mirino è finito l'ultimo messaggio di Eva al sacerdote "Ciao, pinguino mio", scritto prima di togliersi la vita e ritenuto, insieme ad altri, indicativo dell'intimità tra i due. Monica e la famiglia di Eva, tuttavia, negano con forza la relazione tra Eva e il prete, sottolineando che proprio quelle maldicenze abbiano contribuito a destabilizzare la ragazza, ma non a indurne il suicidio.

I diari di Eva

Quando è iniziata quella pericolosa relazione, infatti, Eva aveva solo 12 anni mentre la religiosa, conosciuta all'oratorio di Busto, ne aveva quasi 40. È stata mamma Giovanna a scoprire quel legame malsano, sbirciando tra i diari di sua figlia, dove ha trovato lettere dal contenuto esplicito, materiali che si cono aggiunti a quelli ritrovati in casa di Eva dopo il suicidio e che sono oggetto del processo:

Vorrei penetrati, baciarti e tenerti stretta a me, Denunciami appena puoi… solo la morte ci può separare, Ricordatelo.

E poi

aprimi e bagnami della tua tenerezza

‘non sono pensieri da suora. Le suore non sono tutte così, credo. Mi spiace per il cattivo esempio che ti do su questo fronte, ma davvero sento che l’amore che provo per te è incontrollabile, è l’amore che ho per te che mi spinge a fare un sacco di chilometri, a scappare di notte, per venirti a cercare. Io so che non è giusto ma non so come controllarmi. Ѐ lo stesso motore della gelosia. Impazzisco al pensiero che tu stia vicino al don, ho paura che lui possa portarti via da me. Impazzisco quando fai la vita comune perché so che tu ti spendi fino all’ultimo con i ragazzi, con il don, con i tuoi amici e invece vorrei essere lì io con te a raccogliere tutte quelle energie che hai per loro e che non usi con me’.

Proprio la mamma di Eva ieri in aula è stata protagonista di un doloroso sfogo contro i legali della suora. "Io mi vergognerei a difendere una persona così" ha urlato. "Una persona che si permette di insegnare a mia figlia, a 14 anni, a offendere la mamma e di dire che la persona che ha in casa non è suo padre". I genitori di Eva, infatti, in più occasioni hanno denunciato gli intenti manipolativi della suora che secondo loro, avrebbe voluto isolare Eva, allontanandola dalla famiglia, tanto da appellare la madre di Eva con l'epiteto di ‘Gio-cu*o'. Un comportamento che la perizia psichiatrica definisce ‘avvolgente e ambiguo' e ‘perverso', ma che non avrebbe influito sulla volontà suicidiaria della ragazza, che invece sarebbe dipesa da "elementi esterni e concorrenti che nell'ultimo periodo avevano inciso sui tratti disfunzionali della sua personalità". "Eva si è suicidata per quello che ha subito, non sarebbe mai andata così se qualcuno non l'avesse traviata quando era una bambina" fa eco Monica.

La sentenza

Inizialmente imputata per 5 capi d'accusa, dalla violenza sessuale alla violenza privata allo stalking, Suor Farè è stata assolta da tutti tranne che da uno. È stata condannata in primo grado a tre anni e mezzo di carcere dal tribunale di Milano per un solo episodio di violenza sessuale nei confronti di Eva Sacconago, avvenuto poche settimane prima che la ventiseienne si togliesse la vita, nel giugno 2011. Il 19 marzo è attesa la sentenza d'appello.

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